Economia e Lavoro
31 Agosto 2022
Iniziativa sindacale prevista fino al 6 settembre. Filcams, Fisascat e Uiltucs: “Ccnl scaduto da quasi sette anni, inaccettabile”

Mancato rinnovo del contratto, sciopero degli straordinari per le guardie giurate

di Redazione | 2 min

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(foto di archivio)

Proseguono le iniziative di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dell’Emilia Romagna a sostegno della vertenza relativa al rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari nonché per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

Dalle ore 20 di mercoledì 31 agosto alle ore 10 di martedì 6 settembre tutti i lavoratori del settore della vigilanza privata (guardie particolari giurate, operatori dei servizi fiduciari e impiegati) saranno chiamati ad aderire all’astensione dal lavoro straordinario e supplementare a supporto delle trattative nazionali che riprenderanno ufficialmente il 5 settembre.

Se l’esito del prossimo appuntamento nazionale facesse registrare l’ennesima fumata nera è già previsto per la fine del mese un’ulteriore iniziativa di protesta sindacale che sarà organizzata secondo articolazioni territoriali che saranno comunicate nel corso delle prossime settimane.

Nel frattempo, in tutti i territori dell’Emilia-Romagna sono state inviate decine di richieste di incontro alle singole committenze locali, pubbliche e private, più importanti e più rappresentative: ciò al fine di sensibilizzare non solo l’opinione pubblica, ma anche i fruitori diretti del servizio della sicurezza privata in ordine al valore assai esiguo degli stipendi delle guardie, nella convinzione tra l’altro che sia sempre più inaccettabile che negli stessi luoghi di lavori possano convivere dipendenti diretti ben remunerati e lavoratori in appalto con stipendi assai inferiori al limite della sussistenza.

“È inaccettabile – dichiarano le segreterie sindacali – che si pretenda ancora dagli oltre duecentomila addetti del comparto della sicurezza privata di lavorare con un contratto nazionale scaduto da quasi sette anni, che prevede retribuzioni e stipendi non solo insoddisfacenti e molto basse, ma per un segmento molto numeroso, rappresentato dai cosiddetti ‘custodi’ o servizi fiduciari, anche al di sotto della stessa soglia di povertà e di sussistenza prevista dalla legge”.

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