Eventi e cultura
30 Agosto 2022
La compagna del fondatore dei Nomadi ‘incorona’ l'ex Timoria dopo l'esibizione al Buskers Festival: “Penso sia uno dei suoi eredi”

Pedrini e il cappello di Daolio, “L’arte di strada affascinava Augusto”

di Redazione | 3 min

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“L’arte di strada affascinava Augusto (Daolio, ndr), ne era un profondo sostenitore. Per un certo periodo abbiamo anche ospitato un artista di strada olandese, si chiamava Nagel, girava il mondo con una chitarra, dormendo dove capitava. E quando siamo andati in Olanda – dove tantissimi suonavano proprio per strada il classico organetto a manovella – eravamo felicissimi. E siamo felicissimi oggi che questa tradizione prosegue, con l’esibizione di Omar Pedrini al Ferrara Buskers Festival. Penso che Omar sia uno degli eredi di Augusto, per la visione della musica e dell’arte che incarna e che vive”. Così Rosy Fantuzzi, compagna del fondatore dei Nomadi, Augusto Daolio, ieri all’ultima giornata del Ferrara Buskers Festival, culminata con l’esibizione – per la prima volta nella manifestazione – dell’ex leader dei Timoria Omar Pedrini, in serata davanti al Castello Estense.

Un’esibizione ricchissima di sorprese: il brano ‘Sarò lì’, suonato con il fondatore del Festival Stefano Bottoni, il saluto della cantante e conduttrice AmbraMarie, il tributo ad amici francesi sulle note di ‘Zobi La Mouche’, l’abbraccio con la presidente del Ferrara Buskers Festival Rebecca Bottoni.

Pedrini e Rosy Fantuzzi hanno ricordato al pubblico che Ferrara ospiterà fino all’11 settembre la mostra ‘Il respiro della natura’, con i disegni e i dipinti di Daolio, a palazzina Marfisa d’Este (aperta dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18, con chiusura il lunedì). Entrambi hanno inoltre esibito il cappello che apparteneva a Daolio, posato nella custodia della chitarra e a disposizione del pubblico per la raccolta di fondi, durante lo spettacolo di ieri sera. Pedrini ha lanciato il suo appello: “Quando trovate un artista di strada, fermatevi, godete della loro arte, sostenetelo. Questa arte merita rispetto, ci si rende conto del suo valore nell’assenza, quando non si trova la gioia che i buskers portano nelle strade. La gioia di vivere, di guadagnarsi da vivere in questo modo”.

“Avevo uno zio ‘rock’, era un cantautore, suonava in tutte le feste in piazza, nel mio paese, sul lago di Garda – ha poi raccontato il cantautore -. La maggior parte del suo repertorio era dei Nomadi. Sin da bambino sono cresciuto con la loro musica. Da piccolo suonavo già la chitarra (mio nonno era un liutaio). Con Rosy è nata una bellissima amicizia e a Brescia, con i quadri di Augusto, abbiamo organizzato anche un festival di contaminazioni artistiche. Ricordo quando mi ha detto: ‘Omar so che sei la persona giusta che può indossare questo cappello’. Era il cappello di Augusto. Oggi lo porto con grande orgoglio. Augusto incarnava l’anima degli artisti di strada perché era sempre vicino al pubblico, cantava anche al ristorante, per strada, dopo i concerti, era molto popolare”.

(Foto Pierluigi Benini)

 

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