Cronaca
15 Maggio 2022
Ancora aggressioni nel penitenziario di via Arginone. I sindacati: "Si è creata un'apparente sensazione di impunità tra la popolazione detenuta, che molto spesso ricorre a metodi violenti ed aggressivi"

Carcere, detenuto cerca di sottrarre le chiavi del reparto a un poliziotto e lo ferisce

di Redazione | 2 min

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Ancora aggressioni nel carcere di Ferrara. Nel primo pomeriggio di venerdì 13 maggio, un detenuto nordafricano avrebbe tentato, dopo il rifiuto a una richiesta non autorizzabile, di sottrarre con violenza le chiavi del reparto detentivo di appartenenza e, solo grazie alla prontezza e alla professionalità dell’agente in servizio, sarebbe stato impedito un tragico epilogo.

Nell’occasione, tuttavia, il malcapitato poliziotto avrebbe riportato dei traumi alla mano e al piede.

Sembra che il detenuto non fosse nuovo a questo tipo di comportamenti, poiché si sarebbe già reso protagonista di numerosi episodi spiacevoli per il personale in divisa, spesso vittime di ingiurie e minacce.

A renderlo noto sono le organizzazioni sindacali Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Cgil Fp e Asppe, che “denunciano, già da troppo tempo, la delicatissima situazione all’interno dell’istituto estense, dove si è creata un’apparente sensazione di impunità tra la popolazione detenuta che, molto spesso ricorre a metodi violenti ed aggressivi”.

Dai primi riscontri, sembrerebbe che l’agente sia stato curato presso il pronto soccorso cittadino e abbia riportato una prognosi di 5 giorni.

“La carenza di personale, oramai cronica, di certo – aggiungono i sindacati – non aiuta a venir fuori da uno dei periodi più bui vissuti nell’istituto estense e, ora più che mai, sarebbe necessario l’invio di un congruo numero di unità del ruolo maschile, che, differentemente dalle informazioni che spesso vengono date, verranno assegnate solo in sostituzione dei vari trasferimenti e pensionamenti previsti”.

Le segreterie provinciali delle sigle sindacali lanciano un appello: “Lo diciamo per l’ennesima volta; serve un cambio di rotta, chiesto, in primis, dal personale che opera presso il fronte detentivo, finora completamente inascoltato e abbandonato, che prevenga il verificarsi di accadimenti irreparabili, di cui non potranno non rispondere tutti i dirigenti dell’amministrazione che non avranno voluto ascoltare i numerosi ed accorati appelli”.

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