di Giada Magnani
Argenta. È stato ucciso 5 anni fa: esattamente l’8 aprile. Quel pomeriggio stava svolgendo la sua attività volontaria di controllo territoriale, nel Mezzano, tra Bando e Portoverrara. Lui, la guardia ecologica Valerio Verri, 62 anni, a quell’ora era in servizio di vigilanza in coppia all’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia. Ma si trovarono loro malgrado faccia a faccia con Norbert Feher, alias Igor il Russo, il ricercato pluriomicida, in fuga dopo aver seminato panico e paura tra la popolazione. E che non esitò un attimo a impugnare la pistola ed esplodere cinque colpi contro quelle due divise.
Un proiettile freddò a bruciapelo Verri, mentre il Ravaglia, gravemente ferito, e considerato morto, ebbe salva la vita. Ne seguì una lunga caccia all’uomo, che oltre alle forze dell’ordine impegnò anche l’esercito. La sua latitanza finì in Spagna, dove Igor è stato catturato, arrestato, processato, condannato dopo aver lasciato anche lì una terribile scia di sangue.
Domenica mattina, al Museo delle Valli, è stata organizzata una cerimonia alla memoria, che ha avuto come fulcro il minuto di silenzio osservato tra momenti di raccoglimento rivolti alla vittima dai partecipanti. Erano presenti alla cerimonia, oltre ai figli e a Ravaglia, il sindaco Andrea Baldini, Fausto Ghesini di Legambiente, l’assessore del comune di Portomaggiore Gian Luca Roma, Gualberto Bellotti delle Guardie Ambientali Zoofile.
Il tutto si è svolto all’aperto, nell’area verde-palustre della struttura ecomuseale. In seguito la figura di Verri è stata commemorata all’interno, nella sala riunioni. Qui son state pienamente condivise da tutti le sue qualità, così riconosciute all’unisono: “Un uomo, un volontario che ci ha insegnato molto, un amico della natura, difensore dell’ambiente che tutelava ed amava gli animali, la pesca”. È stato poi posto l’accento sul “suo impegno contro il bracconaggio e l’abusivismo, e per migliorare i percorsi cicloturistici”. Quindi “sull’educazione delle giovani generazioni verso la gestione ed il riciclo dei rifiuti, le fonti energetiche alternative, i cambiamenti climatici, l’agricoltura sostenibile”.
Si è fatta largo la proposta di intitolargli una via, piazza, parco o luogo pubblico che sia, che farebbe il paio con l’idea di dipingere la sua casa (Verri abitava ad Ospital Monacale, dove ora riposano le sue spoglie) con un murales. “Non lo dimenticheremo mai, resterà per sempre vivo in noi” ha detto al termine il primo cittadino, manifestando tra l’altro “cordoglio e commozione rivolto ai famigliari ed a quanti gli hanno voluto bene”. Ha infine ringraziato coloro che, così come Verri “è ogni giorno impegnato a presidiare il territorio”.
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