Economia e Lavoro
15 Marzo 2022
Ancora chiusure in vista in provincia e nel capoluogo per il gruppo che ha rilevato la ex Carife

Bper chiude altre sette filiali. I sindacati: “Istituzioni e imprese non rimangano silenti”

di Redazione | 3 min

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Altre sette filiali di Bper della provincia di Ferrara, due delle quali nel capoluogo, sono destinate alla chiusura. A darne l’annuncio sono i sindacati Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca che denunciano “l’ulteriore prova che il ‘progetto industriale’ di Bper si concretizza e si esaurisce, per il nostro territorio, nella mera chiusura di filiali, con il paradosso aggiuntivo che siamo già alla seconda manovra di questo genere disposta in assenza di un vero piano industriale”.

Tra le filiali che chiuderanno, rilevano i sindacati, c’è anche “l’unica ancora aperta in Ztl” a Ferrara città. E il totale, aggiungono, “ormai supera quelle che rimarranno”.

“È penoso leggere che tra le direttrici della razionalizzazione (termine da tradurre con la più sincera espressione taglio dei costi) ci sarebbero le sovrapposizioni e le ridotte distanze tra filiali – accusano le organizzazioni sindacali -. Di quali sovrapposizioni si parli non è dato sapere: ormai i clienti Bper per andare in una filiale o trovare un bancomat devono fare decine di chilometri. Delle distanze invece è corretto parlare, ma in senso opposto a quello raccontato da Bper: una persona anziana o non autosufficiente è tendenzialmente espulsa dalla banca. Una banca che sbandiera il suo bilancio sociale e di sostenibilità, nei fatti dimostra di abbandonare la clientela fragile e quella anziana, che è tanta parte della nostra composizione demografica”.

Secondo Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca “un’azienda che punta a diventare il terzo gruppo bancario italiano, dimostra di prendere decisioni improntate al puro taglio dei costi, senza conoscere o ignorando scientemente (non sappiamo cosa sia peggio) le caratteristiche dei territori in cui è insediata, territori che peraltro le hanno garantito una redditività importante in questi anni. Alla luce di questo, certe scelte appaiono ancora più miopi”.

“Per continuare a mantenere elevatissimi profitti nel breve termine e senza una vera strategia per il futuro economico del territorio e della banca stessa – affermano ancora i sindacati -, si frustrano o si eliminano professionalità che sarebbero utili al territorio, orientando struttura, formazione e gerarchia interna verso la creazione di un organico di dipendenti privati delle loro professionalità, che dovrebbero vendere alla clientela non tanto il prodotto più utile, ma quello più ricco di commissioni. Peccato che dipendenti e clienti dovrebbero essere i portatori di interessi fondamentali della banca, alla pari dei soci/azionisti”.

L’auspicio è che “le istituzioni, la politica locale, le associazioni imprenditoriali e il mondo cooperativo non rimangano più in silenzio. Il tema del credito è un argomento fondamentale per tutti i soggetti presenti nella nostra provincia. Ci auguriamo che il Patto per il Lavoro per Ferrara si riattivi fortemente su queste tematiche imprescindibili per il rilancio del nostro territorio. Se i vertici della politica locale, di quella provinciale e di quella regionale ritengono che i cittadini e le imprese del territorio provinciale meritino la loro attenzione, battano un colpo. Forte e deciso questa volta”.

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