Cronaca
8 Marzo 2022
Tifosi biancazzurri accusati di minacce aggravate per il gesto di protesta del luglio 2020 ritenuto intimidatorio

Testa di maiale davanti centro Spal, sette ultras a processo

di Daniele Oppo | 2 min

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Sono accusati di minaccia aggravata in concorso i sette ultras che il 30 luglio del 2020 per protestare contro le pessime prestazioni della Spal decisero di lanciare un segnale sicuramente poco ortodosso: una testa di maiale e lo striscione “via i porci da Ferrara” davanti al centro sportivo “G.B. Fabbri” di via Copparo.

Ieri (lunedì 7 marzo) si è tenuta l’udienza filtro davanti alla giudice e si sono prospettate le strade processuali: per uno degli ultras – tutti assistiti dagli avvocati Andrea Ferrari e Giovanni Adami – verrà chiesta la messa alla prova, gli altri sei procederanno con il rito abbreviato. L’udienza è stata aggiornata al 29 marzo.

Il gesto, inteso come segno di protesta contro le prestazioni ritenute non degne da parte della squadra, venne ritenuto intimidatorio da parte della società sportiva, che sporse denuncia. La Digos individuò gli autori risalendo, grazie al marchio presente in un orecchio della testa del maiale, al macello e poi al macellaio che lo aveva venduto. Da qui emerse che ad acquistare la testa fu un tifoso spallino di 47 anni. Vennero sequestrati anche i telefonini e dalle analisi della chat i poliziotti individuarono il presunto organizzatore – un uomo di 49 anni – e poi gli altri partecipanti incrociando i dati delle celle telefoniche attivate.

Tutti e sette furono destinatari di un Daspo, emesso a gennaio 2021. La Spal non si è costituita parte civile.

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