Attualità
8 Marzo 2022
Parte oggi 8 marzo con un’attenzione alle pazienti fibromialgiche donne e coinvolge, inizialmente, algologi, fisiatri e reumatologi

Fibromialgia, un percorso integrato multidisciplinare al Sant’Anna di Cona

di Redazione | 3 min

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La fibromialgia è una malattia caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso associata ad astenia, disturbi del sonno, di attenzione, di memoria, problemi psichici (ad esempio ansia e depressione) e ad un ampio insieme di sintomi somatici e neurovegetativi. La patologia ha un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti, è associata ad un elevato utilizzo di risorse sanitarie e ad un aumentato rischio di astensione dall’attività lavorativa

Il percorso multidisciplinare e interprofessionale, che prende in carico il paziente fibromialgico presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, parte l’8 marzo con un’attenzione alle pazienti fibromialgiche donne e coinvolge, inizialmente, algologi, fisiatri, reumatologi. Questo progetto – coordinato dalla dottoressa Teresa Matarazzo, responsabile del Progetto equità e della Medicina di genere del S. Anna – si svilupperà successivamente con ambulatori dedicati e approcci integrati e rientra nel percorso aziendale di attenzione e sviluppo della Medicina di Genere e nella personalizzazione e umanizzazione delle cure.

Gli specialisti sono a disposizione delle pazienti fibromialgiche nelle giornate di martedì 8 marzo (al pomeriggio) e mercoledì 9 marzo (al pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30) presso gli ambulatori di terapia del dolore presso l’ospedale di Cona. Le visite saranno effettuate previa prenotazione telefonando allo 0532.239205, dalle 9 alle 13. Il numero di visite è limitato a 8 nelle due giornate.

Le cause ed i meccanismi responsabili della fibromialgia non sono ancora stati pienamente chiariti. La diagnosi non è semplice, anche perché basata su sintomi caratteristici ma non specifici e, soprattutto, sull’esclusione di altre ipotesi diagnostiche. Non è ancora riconosciuta come malattia cronica e invalidante.

In Italia è stato recentemente destinato, nella legge di Bilancio 2022, un fondo di 5 milioni di euro per il 2022 per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia.

La malattia è più frequente nelle donne rispetto agli uomini e può svilupparsi a qualsiasi età. Alcuni dati epidemiologici stimano che almeno 900 mila persone possano soffrire di tale sindrome e, trasferendo queste percentuali in Emilia – Romagna, si può affermare che la popolazione affetta potrebbe essere compresa fra 66 mila e 89 mila abitanti.

Molte sono le criticità da affrontare nel suo trattamento: la scarsa conoscenza delle opzioni terapeutiche, la ridotta disponibilità di studi e di evidenza di efficacia di molteplici strategie terapeutiche, la diversa familiarità nelle modalità di somministrazione dei trattamenti raccomandati, l’assenza di un chiaro percorso assistenziale e le aspettative dei pazienti rispetto ai trattamenti

Il Medico di Medicina Generale ha un ruolo importante nell’iniziale presa in carico della persona affetta da fibromialgia e solo successivamente, nei casi di incertezza della diagnosi o di mancata risposta al trattamento, deve essere coinvolto il reumatologo – prima – e quindi possibilmente un team multi professionale e interdisciplinare. L’approccio al trattamento della fibromialgia è ampio: l’educazione del paziente, i trattamenti non farmacologici, l’attività fisica, l’attività aerobica regolare (a secco e in acqua calda), un approccio psicologico cognitivo comportamentale, l’agopuntura, la corretta nutrizione e il controllo del peso corporeo, l’ossigenoterapia  iperbarica, un trattamento farmacologico analgesico appropriato, il possibile uso medico della Cannabis (nel rispetto del livello di sicurezza, ancora da approfondire).

In Emilia Romagna l’approccio è multidisciplinare; aspetto definito anche da linee di indirizzo prodotte e condivise nel corso dei lavori di un tavolo tecnico costituito ad hoc e tenutosi in Regione. Risulta inoltre necessario non dimenticare il ruolo centrale delle associazioni dei pazienti nel promuovere e realizzare attività educative e di supporto.

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