“L’attuale amministrazione comunale – aggiunge – ritiene lo spreco di risorse pubbliche semplicemente delittuoso, per cui la filosofia progettuale alla base dell’intervento di riqualificazione deve essere quello della durabilità e durevolezza, da intendersi come la capacità di un prodotto fisico di rimanere funzionante senza eccessive operazioni di manutenzione o riparazioni, nelle condizioni normali del suo ciclo di vita”.
Cardi ci tiene a precisare: “I pini domestici, presenti lungo viale Carducci, sono da considerarsi residui di quella pineta che si stendeva a sud del canale di Porto Garibaldi fino al Reno la cui piantumazione è iniziata in epoca fascista e proseguita dopo; alle alberature in questione non può essere attribuita comunque una età inferiore ai 70/80 anni circa. Nel suo ambiente naturale il Pino Domestico può raggiungere un ciclo di vita di 200/250 anni, ma come albero ornamentale in un ambiente urbano come quello del Lido degli Estensi caratterizzato da un substrato sabbioso salmastro, una falda freatica superficiale, è raro che superi il secolo”.
L’assessore sottolinea: “In ragione di ciò è lecito affermare che queste alberature abbiano ormai raggiunto la piena maturità e siano destinate a soccombere naturalmente, nel giro di qualche decennio, o a crollare rovinosamente, come già avvenuto nell’estate del 2017, in ragione dei violenti fortunali che ormai caratterizzano anche il nostro clima. In aggiunta, senza scomodare luminari della botanica, è ormai ampiamente assodato da parte della cittadinanza che l’imponente apparato radicale dei pini domestici, cercando di soddisfare l’esigenza viscerale dell’essenza arborea di consolidare il sito di radicazione, tende naturalmente ad ancorarsi a tutti i sottoservizi presenti compromettendone la funzionalità. Infine le radici di assorbimento a sviluppo orizzontale, nella loro ricerca spasmodica di acqua non salmastra, tendono inevitabilmente a rompere le adiacenti pavimentazioni stradali impermeabili che non permettono il percolamento dell’acqua dolce nel sottosuolo”.
“Nell’intento di perseguire un corretto impiego delle risorse pubbliche – annuncia quindi Cardi – l’intervento prevede la rimozione di 47 alberature esistenti, di cui 40 pini domestici, e la loro contestuale sostituzione con 102 nuove alberature caratterizzate da radici a sviluppo verticale (a fitone) e con 116 nuovi arbusti. Nello specifico è prevista la piantumazione di Farnie, Frassini “Raywood”, Peri da Fiore “Chanticleer”, Ligustrum Vulgare, nonché arbusti come il Loropetalum, l’Iperico Giallo, il Prunus Laurocerasus e il Phormium”.