Rispettare la persona non vuol dire solo metterla in sicurezza ma anche permetterle di avere pari diritti e dignità nelle attività siano esse lavorative che ricreative, come ad esempio andare al cinema.
Questa la teoria. La pratica, almeno per quanto riguarda la catena Uci Cinemas di Ferrara, risulta un po’ diversa.
Il rispetto di tutte le norme Covid e di sicurezza viene attuato con molta precisione e scrupolo ma per quanto riguarda i disabili c’è un “piccolo” dettaglio che è stato tralasciato: il diritto del disabile di poter avere accanto a sé l’accompagnatore. Sia esso un parente o amico poco importa, la postazione destinata ai disabili è stata progettata solo per la carrozzina e dunque senza un posto accanto per l’accompagnatore.
Vi sono vari tipi di disabilità come tutti ben sappiamo e alcune persone potrebbero non avere l’uso delle mani. Prendiamo per un attimo questo come esempio. Cosa dovrebbe fare questa persona se volesse mangiare delle patatine senza nessuno accanto a poterlo aiutare? Questo è un semplice esempio di necessità, anche se non si dovrebbe arrivare a pensare che un disabile abbia bisogni solo fisici e non sociali come tutti. Infatti anche se il disabile riuscisse ad avere un’autonomia maggiore si dovrebbe comunque tener conto del suo diritto alla socialità, al vedere un film ridendo e commentandolo con gli amici al pari di ogni altra persona.
Questa vuole essere una denuncia di quanto visto con i miei occhi pochi giorni fa sulla mia pelle e che non mi permetterà di godere del mio tempo libero appieno, come fanno tutti. Spero questo possa servire a far smuovere gli animi delle persone. Credo che una soluzione che non pregiudichi la sicurezza ci sia, ovviamente quando la voce è solo di poche persone ha un suo peso, ma quando tocca un’intera comunità si può ancora sperare in un cambiamento. Insieme possiamo fare la differenza!
Chiara Gennaro
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