Naomo Lodi può rimanere nell’alloggio popolare anche se guadagna migliaia di euro al mese perché lo consente la legge regionale. Dopo l’ultimo acceso consiglio comunale, ancora non in presenza, gli interventi di alcuni consiglieri avevano posto l’accento sul problema residenziale del vicesindaco.
Ora tocca ad Acer, chiamata in causa indirettamente, parlare. “Negli ultimi giorni – scrive in una nota l’Azienda casa -, si assiste su vari giornali locali ad un tentativo di speculazione politica negativa nei confronti di Acer, riguardo alla questione dell’alloggio di edilizia popolare occupato dal vicesindaco di Ferrara Nicola Lodi”.
In particolare Acer ritiene inaccettabili alcuni passaggi riportati dai giornali, quali: “il dato politico rilevante…riguarda manifestamente Acer, più volte tirata in mezzo, quasi adombrando una forma di negligenza nel non aver intimato a Lodi di andarsene”. O quando “qualche altro consigliere adombrava una sorta di complicità di Acer in merito alla permanenza di Lodi nella casa comunale a lui assegnata”.
Acer ribadisce ancora una volta che l’Azienda Casa Emilia Romagna di Ferrara “opera nel rispetto della legge regionale n.24/2001, dell’Atto Unico della Regione n.154/2018 e dei Regolamenti comunali, rispetto a tutte le attività che gestisce, in nome e per conto dei Comuni. Non esiste, come erroneamente molti citano, alcun Regolamento Acer”.
Per quanto concerne i requisiti di permanenza negli alloggi di erp, e quindi la questione del diritto di Lodi a rimanere o meno nella casa popolare, “occorre rifarsi alle fonti normative citate poco sopra, che, tra l’altro, fissano i criteri (Isee) e il limite di reddito e di patrimonio per restare assegnatari”.
La verifica dei requisiti di permanenza nell’alloggio occupato, continua Acer, “viene effettuata annualmente per tutti i nuclei assegnatari, compreso il sig. Lodi”.
Qualora qualcuno dei requisiti di permanenza dovesse venire meno, Acer è tenuta ad attivare le procedure previste dalla normativa regionale e dal Regolamento comunale del contratto erp: richiesta di restituzione chiavi dell’alloggio popolare all’utente e, in caso di sua inerzia, segnalazione di decadenza al Comune.
In questi giorni sono state riscontrate da Acer diverse richieste di accesso agli atti sulla questione dell’alloggio popolare occupato dal vicesindaco, provenienti da consiglieri, da gruppi politici o da semplici cittadini, “a conferma del fatto che tutta l’attività dell’Azienda Casa ferrarese è trasparente e facilmente verificabile”.
Chiarito il punto, Acer avverte che non tollererà altre, seppur velate, accuse: “se qualche consigliere, nonostante ciò, è convinto del contrario, si faccia pure avanti ma nelle sedi a ciò deputate, perché l’onorabilità e la reputazione di Acer Ferrara non possono essere messa in discussione così banalmente ed in modo subdolo, senza conoscere il contenuto delle leggi che ne regolano l’attività”.
L’Azienda casa ribadisce ancora che “è di opportunità politica che bisognerebbe parlare, quando un rappresentante delle Istituzioni, che percepisce un reddito di certo non basso se rapportato alla media, occupa un alloggio popolare. Ma fino a quando, per i meccanismi di calcolo dell’Isee, tale reddito rientra nei limiti di permanenza fissati dalla normativa, di certo Acer Ferrara non può, in spregio alle regole vigenti e valide per tutti gli assegnatari, promuovere un provvedimento di decadenza dall’assegnazione (che tra l’altro è di competenza del Comune!)”.
“Acer Ferrara – conclude la nota -, che opera sul territorio ormai da 100 anni, ha tra i propri valori fondamentali l’imparzialità, l’uguaglianza e la trasparenza, a prescindere dalle forze politiche che nel tempo hanno governato la città”.
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