Attualità
22 Gennaio 2022
La Fp Cgil insorge: “Una scelta sbagliata e da rivedere". Dietro-front dell'assessore Donini: "Nessuna decisione, prima il confronto"

Regione sospende screening al personale sanitario privo di sintomi, poi fa marcia indietro

di Redazione | 3 min

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Tre giorni fa la Regione Emilia-Romagna ha inviato una lettera alle aziende sanitarie, ai direttori di distretto e all’Aiop, indicando la sospensione dello screening al personale sanitario e socio sanitario in assenza di sintomi.

Una indicazione che ha fatto insorgere in maniera decisa i sindacati, in particolare la Fp-Cgil dell’Emilia-Romagna, considerandola “non condivisa né comunicata ai sindacati, nonostante incroci in maniera pesante la questione della sicurezza sul lavoro”.

Proteste che hanno indotto l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, a una sorta di dietro-front accompagnato da una serie di chiarimenti, fra cui quello che “la sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari impegnati nella lotta quotidiana contro il covid, deve essere al primo posto”. Proprio sul tema relativo alla possibile sospensione dello screening anti covid mediante tamponi, in assenza di sintomi, Donini ha precisato di non volere entrare nel merito delle valutazioni tecniche riguardanti i requisiti e i presupposti per lo screening degli operatori sanitari, ma di ritenere “indispensabile che decisioni in tal senso debbano essere prima discusse dal punto di vista strategico e con il confronto con gli operatori stessi”.

Cade dunque tutta l’impalcatura del documento con le indicazioni della stessa Regione, che precisava che l’operatore sanitario e socio sanitario che presenta un basso rischio di infezione, a seguito del contatto con pazienti o altri operatori positivi, è quello che ha ricevuto tre dosi di vaccino contro il Covid-19, o che ha completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, oppure guarito da infezione da Sars-CoV-2 nei 120 giorni precedenti ed indossi correttamente un mascherina Ffp2. Inoltre, si specificava come basso il rischio per un operatore sanitario e socio sanitario con dose booster, anche se positivo asintomatico, di risultare contagioso in caso di contatti extra lavorativi non correttamente protetti (ad alto rischio). Alla luce di ciò, la Regione aveva ritenuto opportuno per gli operatori sanitari e socio sanitari dare indicazione di sospendere in via temporanea i controlli tramite tampone molecolare o antigenico in caso di assenza di sintomi.

“Si passa quindi dal concetto di prevenzione a quello di diagnosi – è la critica della Fp-Cgil -. Non solo, perché il documento dispone anche l’utilizzo della mascherina chirurgica e non la Ffp2 nei laboratori analisi, nelle camere mortuarie, nei servizi di pulizie negli uffici amministrativi, anche aperti al pubblico, nei servizi di sterilizzazione, di mensa, di cucina e di manutenzione. Riteniamo queste scelte profondamente sbagliate e incoerenti rispetto al quadro attuale”.

“Pensiamo sia fondamentale denunciare queste scelte – chiude la Fp Cgil – perché il personale sanitario e socio sanitario va tutelato con tutte le forze del caso e ci delude che la nostra Regione proponga una direttiva del genere, addirittura facendosi portavoce a livello nazionale e impegnandosi a suggerire queste modifiche proposte negli opportuni tavoli istituzionali. Anche no, grazie. La retorica degli eroi, che peraltro abbiamo sempre rigettato, si dimostra tale e alle parole di impegno, garanzia e valorizzazione verso gli operatori della sanità, la politica ha spesso dimostrato di andare nella direzione opposta nei fatti. Faremo sentire la nostra voce e chiederemo di rivalutare questa scelta e ripristinare lo screening a tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità”.

Richiesta quest’ultima che l’assessore Donini sembra aver accolto in pieno ritenendo che tali decisioni debbano essere oggetto di un confronto preventivo con gli operatori stessi. “Per quello che mi riguarda – conclude l’assessore alla Salute – ritengo che al primo posto debba sempre rimanere la sicurezza degli operatori sanitari, mantenendo adeguate misure di prevenzione, soprattutto in questa fase di massima circolazione virale”.

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