Per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Ferrara e già sold out da diversi mesi, Paolo Cevoli, si esibirà in “La Sagra famiglia”, spettacolo che doveva svolgersi nel marzo 2020 ma che è stato posticipato, causa pandemia, a questa sera alle 21.
Il noto personaggio della trasmissione Zelig e tra i comici di maggior spicco del panorama contemporaneo, fra spettacoli e tour estivi, è protagonista e anche autore da anni di spettacoli teatrali di grandissimo successo (La penultima cena, Il sosia di lui, La Bibbia) e nel 2014 approda anche al cinema come attore principale e regista con il film Soldato semplice, commedia all’italiana che dirige e interpreta raccontando la storia della prima guerra mondiale. Da diversi anni, inoltre, è testimonial della Regione Emilia Romagna per cui ha prodotto alcune serie web.
Padri e figli sono al centro di questo spettacolo, “un dramma della nostra epoca”. Al centro ci sono figure di padri storici da Edipo, Ulisse, Achille fino ad arrivare a Dio in persona con Mosè e il popolo ebraico e ovviamente la “sacra famiglia”, Maria, Giuseppe e Gesù. Il figliol prodigo, un giovane scavezzacollo che, nonostante tutto, il Padre ha riaccolto a braccia aperte. Addirittura uccidendo il vitello grasso, il quale, poverino, che colpa ne aveva? “Nello spettacolo io indosso i panni del figlio, parlo del rapporto con mio padre e dell’idea della figliolanza”.
Il tutto, ci tiene a dire, facendo ridere e “non facendo un trattato psicologico”. Uno spettacolo, spiega ancora, che ha al centro la figura di suo padre, a cui si rivolge per tutto il tempo, “un uomo che mi ha insegnato la libertà togliendo le rotelle dalla bicicletta e lasciandomi andare”. “Mia figlia piangeva perché non sapeva fare i compiti. Per farla smettere di piangere li ho fatti io. Ho fatto bene oppure ho fatto male?” Genitori e figli. Dramma della nostra epoca. Ma forse questo problema esisteva già al tempo dei cavernicoli. E gli antichi Romani, i Greci, gli Ebrei facevano i compiti ai loro figli?
Paolo Cevoli racconta la sua storia personale di padre e di figlio paragonata con ironia e leggerezza ai grandi classici. Per dire cose serie senza prendersi sul serio. Per raccontare la Sagra famiglia. Che come tutte le Sagre di paese, soprattutto in Romagna, finiscono sempre in ridere.
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