Politica
29 Ottobre 2021
Il presidente di Ferrara Arte replica a Ilaria Baraldi sulla qualità delle esposizioni e rilancia la proposta: "Grande aviatore e amico del mondo ebraico"

Sgarbi furioso: “Ferrara, città nebbiosa e ‘baraldizzata’”. E conferma la mostra su Balbo

di Redazione | 4 min

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Ferrara, città “nebbiosa e ‘baraldizzata”. Ha scelto la presentazione alla stampa della mostra ‘De Pisis. Il silenzio delle cose’ Vittorio Sgarbi per replicare polemicamente ad Ilaria Baraldi.

La consigliera dem, in sede di commissione, aveva infatti posto il dubbio che la mostra di Adelchi Riccardo Mantovani, in programma al Castello Estense nel 2022, periodo in cui il palazzo dei Diamanti sarà chiuso, fosse adeguata ad attirare turisti e all’altezza di Ferrara, definendo poi la delega di Gulinelli  “più una delega all’identità ferrarese che alla cultura”. 

E il presidente di Ferrara Arte ha risposto a suon di sarcasmo: “Il consiglio comunale di Ferrara, anticipando la nostra deriva provinciale, su proposta della grande consigliera Baraldi, ha approvato nel marzo 2020 di allestire in uno spazio civico una mostra permanente di opere prestate dalla famiglia dell’artista Fabbriano. È impressionante: l’inizio della deriva provinciale dell’assessore non alla cultura, ma alla civiltà ferrarese, è cominciata da lì”.

“Se questa è la vicenda di Fabbriano, autore significativo ma molto locale, ristretto, ben diversa è la vicenda di altri artisti che hanno esposto in tutta Europa – riprende Sgarbi -, come Adelchi Riccardo Mantovani, nato a Ro Ferrarese, figlio di una bidella, poverissimo, che a Berlino acquisì una grande fama, non è uno sconosciuto, e si onorano i suoi 80 anni. L’idea di trattare come una deriva provinciale un gesto così bello verso un ragazzo nato povero, che dipinge quadri surrealisti che tutti amano, mi pare che sia ingeneroso, quando la stessa importante proponente ha pensato di fare una cosa analoga per Fabbriano, quindi ci spieghi perché una cosa va bene e l’altra no”.

“Non voglio discutere le opinioni – puntualizza il critico d’arte – di chi ritiene pregevole Fabbriano e spregevole Mantovani, non mi pare che la proposta del nostro assessore sia provinciale, la trovo invece giusta, riconoscendo un artista che sarà bene portare di nuovo fuori”.

In realtà Fabbriano espose per decenni in tutta Europa e anche oltreoceano, ricevendo premi internazionali e ottenendo le lodi di Kokoschka ed Emilio Vedova. L’idea di uno spazio espositivo permanente cui fa riferimento Sgabri, viene da una mozione presentata da Pd, Gruppo Misto, Azione Civica, M5S e Gente a Modo e votata all’unanimità dal consiglio comunale.

“La programmazione del 2022 – ha concluso Sgarbi – si arricchirà, credo turbando lo spirito della consigliera, di una mostra su Boldini, una su Tobey e De Pisis, una su Arrigo Minerbi, scultore di cui abbiamo opere importanti sempre celate, che saranno ospitate a palazzo Koch, oltre alla mostra su Italo Balbo. Ritengo che se abbiamo fatto quella su Depero, che era fascista, ed erano tutti contenti, non capisco perché non farla su Balbo, che è stato un grande aviatore e ha fatto cose importanti che conosciamo ed è stato amico del mondo ebraico, a partire da Paolo Ravenna, che ebbe da Balbo tutta la solidarietà quando arrivarono le leggi razziali”.

Anche Marco Gulinelli, rinfrancato dalla presenza di Sgarbi, ha trovato tempi e modi per ribattere a distanza alle critiche rivolte direttamente in commissione: “16 mostre durante il periodo del Covid, oltre 14 quelle del prossimo futuro, che vanno oltre al 2026, 250 mila visitatori delle mostre in periodo di pandemia. Detto questo non è che mi meravigli che un unico consigliere di opposizione attacchi quella che è la parte più forte e sostanziale di una programmazione che conta oltre 14 mostre, ma mi stupisce la contrapposizione senza contenuto che svilisce l’amore che chiunque deve avere per la propria città”.

Relegare – ha proseguito Gulinelli- la magnificenza di alcuni autori ferraresi al localismo vuol dire ignorarne la portata e la grandezza. Come amministrazione siamo e saremo sempre impegnati concretamente nella riscoperta e nella valorizzazione degli artisti che hanno reso grande il nome di Ferrara fuori dai suoi confini, fieri e orgogliosi del patrimonio della nostra città, che ci è richiesto e invidiato da musei blasonati in Italia e non solo. Il nostro è un progetto che ambisce a rafforzare la conoscenza da parte delle comunità locali, ma anche a conquistare l’attenzione di un pubblico extranazionale, attratto dalle nostre eccellenze ferraresi”.

Gulinelli culmina con i ringraziamenti di rito: “ringrazio il presidente di Ferrara arte per questa visione di indirizzo di assoluta qualità, che l’amministrazione ha sposato nella convinzione che la nostra identità e il nostro passato sono risorse imprescindibili. Non può esserci autentica valorizzazione del territorio se non si concretizza sull’insieme del patrimonio stesso”.

Per la cronaca, in sede di approvazione della mozione per la mostra su Fabbriano, l’assessore disse che sposava la proposta della Baraldi, cogliendo “con grande stimolo e con grande piacere questo invito”. “Ivano Fabbri, detto Fabriano – aveva aggiunto -, sicuramente è tra i più importanti di questi artisti ferraresi: io l’ho conosciuto in vita ed era una persona assolutamente straordinaria”.

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