È un piano che abbraccia — non senza polemiche — molti dei luoghi d’arte più conosciuti di Ferrara quello della programmazione dei cantieri dei monumenti e “contenitori culturali” cittadini annunciato martedì, nel corso di una commissione consiliare congiunta, dall’architetto Natascia Frasson, ricapitolando le decisioni degli assessorati per la cultura e le opere pubbliche afferenti rispettivamente a Marco Gulinelli e Andrea Maggi.
Il tutto a cominciare dal palazzo dei Diamanti, il cui cantiere “è aperto da ottobre, e da luglio una volta liberata la mostra di Ligabue è partita anche la seconda parte dei lavori. Stiamo lavorando su tutto lo stabile e sono già stati espletati lavori per 1.2 milioni di euro”, e la conclusione rimane prevista per giugno 2022 per riaprire il palazzo a settembre dopo il suo nuovo allestimento.
Stanno per iniziare poi anche i lavori a palazzo Massari, che dureranno oltre due anni tra lavori veri e propri e collaudi e per i quali il Comune conta di affidare i lavori entro la fine dell’anno; mentre per il Polo di Arte Contemporanea — che diventerà lo ‘spazio Antonioni’ — ci si aspetta un finanziamento l’anno prossimo e una gara d’appalto nell’estate per lavori della durata di un anno che rinnoveranno anche gli spazi.
Più lunghi invece i tempi per palazzo Prosperi, finanziato per 1.3 milioni della Regione e per 500mila euro dal Ministero, “il cui progetto definitivo è depositato presso la Soprintendenza dei beni culturali e abbiamo l’obbligo di aggiudicare i lavori entro il 31 dicembre 2022. Ci aspettano due anni di cantiere per un lavoro molto conservativo di recupero del piano ammezzato, di quello nobile e del piano terra”, che potranno essere usati sia come spazio per mostre aperto alla cittadinanza che per ricavarne alcuni uffici.
Una “manutenzione spinta” è in progettazione per palazzo Bonaccossi “ma serviranno con il Comune su come utilizzarne lo spazio”, mentre il recupero di palazzina Marfisa d’Este “è stato approvato dal punto di vista del progetto, e vedrà la gara a inizio anno e i lavori iniziare non prima di giugno, per aprire palazzo dei Diamanti prima di chiudere un altro spazio alla città”.
Insoddisfazione invece arriva per il fato della Casa della Patria, il cui progetto è indietro a causa di un’ulteriore richiesta di integrazione da parte della Regione: “E’ la quarta volta, ci chiedono opere aggiuntive in ottica di accessibilità, concedendo però fondi aggiuntivi”. In ogni caso tuttavia, la riapertura non potrà avvenire prima dell’inizio del 2025.
Se il piano non trova particolari critiche, se non quelle di parte dell’opposizione che lamenta un’amministrazione disattenta, è dopo l’annuncio da parte dell’assessore alla cultura Marco Gulinelli del cartellone (ancora in parte in allestimento) delle prossime attività culturali che comprende anche una mostra del ferrarese Sergio Zanni, di una fotografa emergente del territorio e di Adelchi Riccardo Mantovani, che le critiche si fanno più ‘politiche’.
“Senza togliere alle scelte di ciascuna amministrazione o nel merito qualitativo, però ci chiediamo se forse Adelchi Riccardo Mantovani al Castello fino al 2022 sia il contenitore e sia l’autore con il quale, in chiusura del Palazzo dei Diamanti, riusciremo ad attirare turisti”, dice la consigliera Pd Baraldi, che aggiunge che “quella di Gulinelli sembra più una delega all’identità ferrarese che alla cultura, mi chiedo se questo sia un programma all’altezza di una città come Ferrara”. Pronta la risposta, che arriva sia dall’assessore stesso (“le mostre di ‘ampio respiro’ hanno bisogno di luoghi con caratteristiche molto performanti dal punto di vista conservativo”) che, in maniera più tranchant, da Alcide Mosso: “Dal punto di vista della cultura la città sta avendo una trasformazione positiva che premia la città, nonostante gli attacchi continui dell’opposizione. Da quando sono bambino palazzo Prosperi l’ho sempre visto chiuso, e tra le mostre programmate ci sono Ligabue e Banksy mentre le esposizioni di artisti ferraresi sono un pregio per la città”.
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