Politica
29 Luglio 2021
Interpellanza in merito ai rapporti dell’amministrazione di Ferrara con l’azienda finita in un’inchiesta su caporalato e sfruttamento di lavoratori

Bufera su Grafica veneta, la ditta delle mascherine (care e inidonee) comprate dal Comune

di Redazione | 3 min

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Le inadempienze che ostacolano l’attività consiliare

Anna Zonari, consigliera comunale de La Comune di Ferrara, desidera "richiamare l'attenzione su alcune persistenti inadempienze che, a mio avviso, ostacolano il corretto svolgimento dell'attività consiliare e il pieno esercizio del mio mandato"

Gli schermi filtranti prodotti da Grafica Veneta (foto tratta dal sito del produttore)

Qualcuno si ricorderà delle mascherine comprate dalla giunta di Alan Fabbri a inizio pandemia (il 27 marzo 2020) che tanto clamore portarono con sé.

Il Comune ne acquistò 150mila per distribuirle ai cittadini e le pagò 110.000 euro, prelevati dal Fondo di riserva. Purtroppo la spesa, oltre che onerosa (costavano il triplo rispetto ad altri prezzi sul mercato), si rivelò inutile: quei dispositivi infatti erano inefficaci per il contenimento del Covid.

A questo si aggiunge il fatto che la Regione Emilia-Romagna già dal 22 marzo, ne aveva rese disponibili 365.000. Queste però utili (erano di tipo chirurgiche) e con prezzi unitari oscillanti da 0,19 a 0,25 euro iva inclusa, contro lo 0,52 + iva di quelle costate all’amministrazione di Ferrara.

La giunta Fabbri le aveva acquistate dalla ditta Grafica veneta di Trebaselghe (Pd), in questi giorni nell’occhio del ciclone per l’operazione ‘Pakarta’, che ha visto due suoi dirigenti sottoposti a custodia cautelare, perché sospettati di essere coinvolti in un’indagine che ha portato allo scoperto un sistema di caporalato e sfruttamento di lavoratori, indagine partita a maggio 2020 dopo che a Piove di Sacco, è stato trovato un cittadino pakistano legato con le mani dietro la schiena, che presentava lesioni sul corpo, chiaramente derivanti da pregresse percosse.

Successive segnalazioni giunte alle centrali operative dell’Arma di Padova e Mestre indicavano la presenza di altri stranieri provenienti dallo stesso paese, che chiedevano aiuto asserendo di essere stati percossi, derubati dei documenti e dei loro averi, per essere quindi abbandonati per strada. Infine, altri 5 pakistani si erano presentati all’ospedale di Padova, riferendo una analoga situazione. Gli accertamenti avviati immediatamente dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Cittadella hanno consentito di appurare che le situazioni facevano capo ad un unico evento che si era consumato tra i comuni di Trebaseleghe e Loreggia, nella giornata del 25 maggio 2020.

Il caso finirà all’attenzione del consiglio comunale estense attraverso una interpellanza depositata dal Partito democratico, che ricorda che il Comune di Ferrara ha sottoscritto il Patto regionale per il Lavoro e il Clima, che prevede come requisito fondante delle relazioni industriali nel territorio regionale il rispetto della legalità e la qualità del lavoro.

Su queste basi i consiglieri dem chiedono al sindaco “se era a conoscenza delle condizioni di lavoro dei dipendenti di Grafica Veneta, al momento dell’individuazione dell’azienda come fornitore diretto delle mascherine del Comune di Ferrara” e “se intenda prendere pubblica posizione di condanna del comportamento di Grafica Veneta, in conseguenza degli eventi sopra descritti, che denunciano le condizioni di schiavitù (presunte, ndr) nella quale versavano i dipendenti dell’azienda”.

L’interpellanza si conclude con un suggerimento a Fabbri, chiedendogli “se si intenda mettere in atto una migliore e più accurata scelta dei fornitori del Comune, per evitare che i soldi dei cittadini vengano spesi per finanziare imprese simili”.

Va sottolineato che al momento l’inchiesta ‘Pakarta’ è in fase di indagini e per i suoi dirigenti vale la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Sul proprio sito l’azienda ha pubblicato una nota a firma del presidente Fabio Franceschi, nella quale si afferma che “Grafica Veneta era del tutto all’oscuro di quanto sembrerebbe emergere dalla inchiesta, e del resto l’oggetto della contestazione ai suoi funzionari riguarda solo ed esclusivamente un asserito ostacolo all’indagini, ostacolo che non è mai stato posto dalla società Grafica Veneta che intende invece collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura per il ripristino della legalità in primis e quindi della verità”.

Il presidente aggiunge che Grafica Veneta “ha sempre onorato con puntualità agli accordi economici con tutti i propri fornitori e così anche con gli appaltatori mettendoli in grado a loro volta di onorare gli impegni che questi hanno con le loro maestranze, e di questo ne ha sempre fatto un vanto”.

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