Lo scrittore ferrarese Enrico Dal Buono presenterà questa sera 13 luglio “Siete tutti perdonati” (ed. La NavediTeseo) al Chiostro di Santo Spirito, nell’ambito della manifestazione Autori a Corte.

Due intrecci narrativi, quattro categorie umane, un progetto ambizioso e dissacrante costruito intorno agli homeless.

Il mito del buon samaritano?

“È una parodia della nostra società che intreccia religione, antropologia e sociologia. Il selfie è l’ultimo ritrovato tecnologico di affermazione del sé: dipinti rupestri e pixel sono diversi strumenti per una stessa essenza, che oggi ha raggiunto tratti nevrotici e ipocriti. La vita rimane una lotta per la sopravvivenza, in alcun modo superabile da ritrovati culturali, normativi e tecnologici: l’uomo, pure reso diverso da coscienza e consapevolezza, si ciba di altri animali. Ma la speranza, forse la luce, è il messaggio del libro”.

Uno squarcio del velo di Maya?

“Al pari del bambino che esclama che il re è nudo di fronte a una corte imbarazzata, noi siamo smascherati di fronte al fastidio originato dalla realtà che ci viene sbattuta davanti. La nascondiamo, derubricandola a certezza di esserne esenti. Prestando servizio come volontario alla Caritas di via Sammartini a Milano ho però ascoltato storie da cui chiunque potrebbe essere toccato”.