Gentile direttore,
Chiedo scusa se ho letto in ritardo la lettera pubblicata su Estense.com l’altro giorno, a cui desidero rispondere.
Bruna Bignozzi è una amica e come tale avrebbe potuto giovarsi di maggiori conoscenze se prima di usare l’olfatto, avesse praticato il dialogo, come di norma avviene tra donne. Facendo un uso della pratica più schietta e veritiera, non mi avrebbe confinata in un quadro che veritiero non è.
Definirmi “in quota Pd e dirigente e funzionaria dell’ U.D.I. provinciale” incorre volente o nolente nel travisamento della realtà. Ma di quali quote parla: quelle del dare e dell’avere? Diviene un riparto completamente inesistente.
Tutt’altra cosa è l’appartenenza e questa ha un significato qualitativamente diverso. Il Pd a cui aderisco è nato nel 2007. Funzionaria dell’Udi? L’Associazione di funzionari ne è totalmente sprovvisto. Vive da tanti anni col solo volontariato.
Sono pensionata dal 1985, con un riconoscimento Inps inferiore ai mille euro mensili e non mi lamento. La mia opera volontaria, dopo il pensionamento è durata oltre un trentennio all’Udi di Ferrara e anche con la costruzione del Centro Donna e Giustizia che ho presieduto a titolo esclusivamente gratuito per 17 anni.
Quando ho ritenuto giusto porre fine gradualmente ad ogni diretta responsabilità, vi ho contribuito, fino a giungere alla completa e ragionevole interruzione di un intenso rapporto quotidiano fondato esclusivamente nella passione per l’emancipazione e la liberazione delle donne; costretta mio malgrado ad adeguarmi alle leggi ineluttabili della natura umana, col conseguimento degli 86 anni.
Ma se a Bruna le va bene la strumentalizzazione della destra e maggiormente teme il silenzio della sinistra sbaglierebbe a prendersela con la muffa.
Vecchia si, ma non ammuffita e neppure silenziosa e ancora tanto appassionata della partecipazione delle donne alla vita civile e democratica. L’integrazione è una costruzione che si edifica con l’impegno di tutti.
Un abbraccio.
Ansalda Siroli