Attualità
24 Maggio 2021
Minuto di raccoglimento delle Agende Rosse. Poi le frasi storiche del giudice e 'Povera patria'

Le note di Battiato in piazza per ricordare Falcone

di Redazione | 2 min

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Da Falcone a Battiato, dall’Italia schiantata nella morsa degli anni delle stragi mafiose alla Povera patria dell’album “Come un cammello in una grondaia”.

Sono stati cinque minuti intensi quelli fatti vivere in centro a Ferrara ieri pomeriggio (domenica 23 maggio) dall’associazione Ferrarese di Agende Rosse.

Durante un sit-in presso il Volto del Cavallo alle ore 17,58 – ora dell’attentato dinamitardo di Capaci che fece saltare in aria le auto di Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro – gli organizzatori hanno chiesto ai passanti di fermarsi 60 secondi “per ricordare qualcosa che non dobbiamo dimenticare”.

Al termine del minuto di silenzio e del successivo applauso, ognuno ha iniziato a leggere una frase di Falcone: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”; “Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in unmostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”. C’è chi ricorda una frase di Borsellino a Falcone: “Giovanni ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: “Ci sono tante teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello. O quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero. Ma oggi signori e signore, davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti: Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge…”.

Al termine delle letture Tommaso Mantovani del M5S ne ha approfittato per ricordare anche un “altro grande siciliano che aveva già sentito il dolore e il richiamo di un’Italia sofferente, un’Italia che dobbiamo aiutare a risollevare, perché la mafia è dappertutto, anche in Emilia-Romagna, dove si contano 42 associazioni riconosciute come di stampo mafioso”.

Parte quindi la voce di Lorenzo, un busker che stava suonando sotto il Volto: “Povera patria!Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos’è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene. Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore… Ma non vi danno un po’ di dispiacere quei corpi in terra senza più calore? Non cambierà, non cambierà non cambierà, forse cambierà…”.

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