Lettere al Direttore
30 Marzo 2021

Lettera choc di Naomo. L’avvocato di Lodi valuta querele

di Redazione | 4 min

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Nella mia qualità di difensore di fiducia di Nicola Lodi, vicensindaco di Ferrara, coinvolto in questa vicenda quale persona offesa del reato di diffamazione, sono costretto ad intervenire per evidenziare come i contenuti dell’articolo apparso su “estense.com” (Lettera choc di Naomo a cooperativa. Chiede di allontanare dipendente che lo critica) risultino non corrispondenti al vero, e ciò a causa di incompletezza e interpretazione fuorviante della notizia riportata.

In primo luogo, la persona cui si riferisce l’email del vicesindaco non è un “cittadino che critica”, bensì un cittadino che insulta e diffama, attraverso una frase del tenore seguente: “una foto con quell’idiota lì io non la faccio”, espressione rivolta al vicesindaco sia alla sua presenza e di fronte a numerose altre persone, che ribadita in seguito sui social network. Tale esternazione diffamatoria è stata oggetto di querela, a seguito della quale la Procura di Ferrara ha emesso avviso di conclusione delle indagini preliminari, formulando un capo di imputazione per il reato di diffamazione aggravata.

In secondo luogo, la mail del vicesindaco, da considerarsi vero e proprio esposto disciplinare, è un atto assolutamente legittimo a fronte della gravità dell’esternazione, a maggior ragione in quanto l’espressione diffamatoria del dipendente non era il primo episodio.

Essa non contiene alcuna prospettazione, a nessun titolo, di conseguenze negative sul rapporto tra il Comune e la Cooperativa in questione, quanto piuttosto l’auspicio che l’invocata azione disciplinare possa contribuire a mantenere la serenità di un rapporto sempre svoltosi nel migliore dei modi.

Si rammenta che il rapporto tra il Comune e la Cooperativa consegue a precisi atti amministrativi (bandi, gare, aggiudicazioni, determine etc.) sulle quali il vicesindaco non ha e non reclama alcun potere. E d’altro canto, il buon rapporto con la cooperativa in questione non è certamente mutato solo per il fatto che essa ha assunto, nei confronti del dipendente, misure meno drastiche di quelle richieste.

La lettura dell’auspicio di un rapporto sereno come una sorta di intimidazione alla Cooperativa è essa stessa gravemente distorsiva, fuorviante e diffamatoria, non meno di quanto lo sia la pretesa di qualificare come critica l’operato di quel “cittadino”, che è invece responsabile di una diffamazione perpetrata con l’epiteto – gratuitamente ingiurioso – di “idiota” rivolto ad un soggetto istituzionale, in un’occasione istituzionale.

Si chiederà pertanto formalmente la doverosa rettifica della notizia, con le stesse modalità della sua malaccorta pubblicazione, con l’ovvia riserva di ogni azione giudiziaria per tutelare l’onorabilità del vicesindaco Lodi nelle sedi opportune, di fronte all’ennesima strumentalizzazione che, allo stato, sembrerebbe dettata unicamente dall’intento di lederne l’immagine.

Avv. Carlo Bergamasco

 

Gentile avvocato,

convengo sul fatto che le critiche in oggetto possano essere ritenute offensive e – valuterà il tribunale – diffamatorie. Non volendomi sostituire a un giudice, per ora mi limito a definirle critiche od offese.

Quanto alla parola “intimidazione”, è lei stesso ad usarla. Nell’articolo non compare. Ma, in questa circostanza, non nascondo con un certo pudore di valutare con favore la sua espressione.

Giustamente lei fa notare che il rapporto tra il Comune e la cooperativa consegue a precisi atti amministrativi. E cita bandi, gare, aggiudicazioni, determine etc… Le rammento che esistono anche gli affidamenti diretti, sui quali un componente di giunta – a maggior ragione un vicesindaco con deleghe a sicurezza, protezione civile, frazioni, mobilità, palio – ha una certa influenza.

Infine, sul fatto che Nicola ‘Naomo’ Lodi non abbia e non reclami alcun potere nei rapporti tra amministrazione e società di cui si parla – e qui dovrà rivolgere le sue doglianze al suo assistito -, è lo stesso vicesindaco ad affermare che ha e ha avuto il potere di “aumentare i fondi” alla cooperativa, che poteva “tranquillamente non rinnovare il contratto”, che poteva “rifare una gara d’appalto”, che poteva “scegliere altre cose”.

Credo che da queste poche righe avrà intuito che la “doverosa rettifica della notizia” non è necessaria. Se adirà alle vie legali come preannuncia, sarò felice di cogliere l’occasione di incontrarla in tribunale per discutere con lei di cose più liete e, possibilmente, più alte.

mz

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