di Davide Soattin
Un atto vandalico puro e privo di ogni logica. Lo descrive così Alberto Malagutti, apicoltore di Baura e fondatore dell’Associazione Apicoltori Estensi, il disdicevole episodio che ha visto involontario protagonista lui e le sue api, vittime indifese, nel pomeriggio di domenica 31 gennaio, di un gesto a dir poco incomprensibile e crudele per mano di ignoti, verificatosi nel suo apiario di Codrea.
“Erano circa le 16.30 – racconta Malagutti, riavvolgendo il nastro a una settimana fa – quando sul mio telefono è squillato l’allarme dell’antifurto che ho collegato alle mie arnie. Lì ho capito che c’era qualcosa di poco chiaro, che non andava. Così, in men che non si dica mi sono fiondato nella proprietà in cui le allevo da ormai una decina di anni per vedere cosa fosse successo”.
Al suo arrivo, la scena è di quelle che nessuno vorrebbe mai vedere: “Ho trovato sei arnie rovesciate e si vedeva chiaramente come erano state prese a calci da dietro, tant’è che da dov’erano collocate alcune sono state rovesciate in avanti, mentre altre sono state anche scoperchiate. Ma il problema è soprattutto un altro, legato allo stato di salute delle api e alla temperatura di quel giorno”.
“Le api, infatti – spiega l’apicoltore -, in questo periodo vanno in una specie di letargo fisiologico dove si racchiudono tutte insieme e vicine, formando una palla che si chiama glomere, che quando si rompe come è successo, prima che ritorni di nuovo a riformarsi necessita di ore o giorni. Se per caso però non riescono a riformarlo, come penso sia successo, vengono condannate a morte sicura perché sono disarmate e non si possono proteggere dal freddo”.
La speranza però è l’ultima a morire: “Io ho cercato di fare il massimo e di recuperare il possibile. Ora le arnie bisogna lasciarle in pace e chiuse, senza star a disturbare le api. Poi nei giorni a venire valuteremo se effettivamente il glomere è riuscito a ricomporsi e se le famiglie sono rimaste o meno orfane dell’ape regina, che potrebbe anche essere scivolata sul fondo. Bisogna aspettare che ci sia la temperatura giusta e faremo una stima degli eventuali danni, che si potrebbe aggirare intorno ai 1.500 euro”.
L’amarezza per il gesto non conosce comunque spiegazione: “Non mi spiego chi possa aver fatto qualcosa di simile. Qui, anche tra paesi vicini, ci conosciamo tutti e nessuno si è mai lamentato delle api. Penso anche se qualcuno avesse voluto fare qualcosa verso i miei confronti, di certo non lo avrebbe fatto alle 16.30 di pomeriggio, quando è sotto gli occhi di tutti. Sul terreno non ci sono neanche i segni di pneumatici e non ho visto nessuno purtroppo. Per questo ho dovuto sporgere denuncia contro ignoti”.
“La fortuna – conclude Malagutti, appellandosi a chi di dovere – è che insieme ad altri amici dell’associazione ci siamo adoperati in modo tale da acquistare antifurti per le arnie. Questo perché nel corso del 2020 in provincia di Ferrara sono stati rubati più di 15o alveari, un dato mai visto prima. Spero di avere la collaborazione massima da chi è preposto per aiutarci perché questo fenomeno si sta rivelando davvero difficile per noi”.
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