
L’intervento della Polizia al caffè Vienna
Tutti condannati, con pene che vanno da un anno a un anno e otto mesi, cinque dei protagonisti della maxi rissa avvenuta il 18 marzo del 2018 di fronte al bar Vienna di via Bologna.
Quel giorno, un gruppo di cittadini romeni e uno di albanesi si scontrarono dandosele di santa ragione usando bastoni, spranghe e chiavi per le ruote.
A processo davanti al giudice Silvia Marini c’era il gruppo dei romeni – H.A. di 24 anni; L.N. di 21 anni; L.V.M. di 27; D.G. e S.I. di 38 anni – tutti identificati dalla Polizia anche grazie all’ausilio delle telecamere di sorveglianza del bar.
Gli altri quattro partecipanti alla rissa – il gruppo albanese – avevano già definito le loro posizioni con riti abbreviati (oggi in fase di appello) e patteggiamenti.
Per tutti e quattro il processo si è concluso con la condanna – tre a un anno di reclusione e due a un anno e otto mesi – e per alcuni senza il beneficio della sospensione condizionale. Tutti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e a risarcire il danno a tre degli albanesi che riportarono delle lesioni dopo lo scontro (la liquidazione è demandata a un separato giudizio civile, ma il giudice ha fissato però una provvisionale di mille euro ciascuno). Le parti civili erano assistite dall’avvocato Daniele Toffanin del Foro di Rovigo.
Secondo quanto emerso dalle indagini e dai processi, la mega rissa fu la conclusione di almeno due scontri precedenti che ebbero origine per questioni sentimentali. Una ragazza romena era uscita con un ragazzo albanese, ma era nel mirino di un romeno. I due andarono alla discoteca “Le Grotte” di San Pietro in Casale e lì, sabato 10 marzo, si verificò la prima lite: lei venne accerchiata dai suoi connazionali e volò anche qualche colpo, il suo spasimante albanese intervenne, le prese anche lui, ma riuscì a scappare e portarla via.
Una settimana dopo, nella tarda mattinata di domenica 18, proprio lui sarebbe venuto a contatto con una parte del gruppo di romeni mentre transitavano sul Ponte del Po in auto e ci fu un primo ‘scambio di cortesie’, ultimo atto prima dell’epilogo con la mega rissa davanti al Caffè Vienna, dove l’albanese si ritrovava abitualmente con gli amici.
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