Caso Cidas. Lodi ricorre in Appello
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
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Sapevate che sul territorio ferrarese sono presenti ben 30 specie di orchidee? E che alcune di esse crescono all’interno di aree verdi della città, come a ridosso delle mura storiche? Con l’intento di capire come vivono e dove crescono le orchidee spontanee nelle aree urbane e nel Delta del Po, è nato il progetto scientifico Naturb-Orchidis
Il 3 maggio a Pontelagoscuro ci sarà un evento speciale: spettacoli, giochi, itinerari e mostre in piazza Buozzi per scoprire la storia del vecchio borgo affacciato sulle sponde del Po e divertirsi insieme con antichi giochi e divertissement
"Ferrara Day The Legend of American Cars" è l'evento in programma domenica 4 maggio dalle 10 che porterà oltre 100 auto americane storiche in piazza Trento Trieste, nel cuore di Ferrara
Al parco Urbano, nel corso del festival Vulandra, si è alzato in volo anche l'Aquilone della memoria, un'opera speciale realizzata da 16 soci dell'Associazione Malattia Alzheimer (Ama) di Ferrara
Difficile dirsi sorpresi, purtroppo. Ferrara è il secondo capoluogo in regione per l’aria più irrespirabile dell’Emilia Romagna.
A rilevarlo è l’annuale report “Mal’Aria” di Legambiente, che ha preso in considerazione il numero di sforamenti della concentrazione di PM 10 nell’aria nell’arco del 2020.
La legge – il dlgs. 155/2010 – indica un numero massimo di 35 giorni all’anno con concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo.
A Ferrara questi giorni sono stati ben 73 secondo i dati della centralina di rilevamento “Isonzo” presa in considerazione. Poco meglio di Modena, dove gli sforamenti sono stati 75. A livello generale Ferrara è la 12^ città capoluogo peggiore d’Italia.
Come si ricorderà, in base a un recente studio, proprio gli sforamenti rendono Ferrara una delle peggiori città d’Europa in quanto a mortalità dovuta dall’inquinamento dell’aria.
Città | Centralina (tipologia) | Giorni di superamento |
Modena | Giardini (T.U) | 75 |
Ferrara | Isonzo (T.U) | 73 |
Reggio Emilia | Timavo (T.U) | 61 |
Ravenna | Zalamella (T.U) | 58 |
Rimini | Flaminia (T.U) | 56 |
Parma | Cittadella (F.U) | 54 |
Piacenza | Giordani Farnese (T.U) | 53 |
Bologna | Porta San Felice (T.U) | 42 |
“Servono misure nazionali che impongano fortemente l’attuazione dei piani a livello delle regioni del bacino padano applicando disposizioni omogenee ed efficaci – commenta Legambiente Emilia-Romagna -. Soltanto così sarà allora possibile una volta per tutte dire addio ad ulteriori proroghe del blocco dei mezzi più inquinanti, mettendo così finalmente freno a buona parte della principale causa di smog sul nostro territorio”.
I dati della Penisola non sono più rassicuranti. Su 96 capoluoghi di provincia analizzati 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili. A Torino spetta la maglia nera con 98 giorni di sforamenti registrati nella centralina Grassi, seguita da Venezia (via Tagliamento) con 88, Padova (Arcella) 84, Rovigo (Largo Martiri) 83 e Treviso (via Lancieri) 80. Al sesto posto in classifica si trova Milano (Marche) 79, seguita da Avellino (scuola Alighieri) e Cremona (Via Fatebenefratelli) con 78 giorni di sforamento, Frosinone (scalo) 77, Modena (Giardini) e Vicenza (San Felice) che con 75 giorni di superamento dei limiti chiudono le 10 peggiori città.
Poco rassicurante anche il confronto con i parametri dettati dall’Oms, di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea, e che hanno come target esclusivamente la salute delle persone. Nel 2020 sono 60 le città italiane (il 62% del campione analizzato) che hanno fatto registrare una media annuale superiore ai 20 microgrammi/metrocubo (µg/mc) di polveri sottili rispetto a quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. A guidare la classifica è sempre Torino con 35 microgrammi/mc come media annuale di tutte le centraline urbane del capoluogo, seguita da Milano, Padova e Rovigo (34µg/mc), Venezia e Treviso (33 µg/mc), Cremona, Lodi, Vicenza, Modena e Verona (32 µg/mc). Oltre alle città del nord però, a superare il limite suggerito dall’OMS sono anche città come Avellino (31µg/mc), Frosinone (30 µg/mc), Terni (29 µg/mc), Napoli (28 µg/mc), Roma (26 µg/mc), Genova e Ancona (24 µg/mc), Bari (23 µg/mc), Catania (23 µg/mc) solo per citarne alcune.
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