Ci sono anche i nomi dell’ex sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e dell’ex assessore ai Lavori pubblici Aldo Modonesi nell’indagine su appalti e tangenti a Ferrara Fiere.
I loro nomi compaiono per la prima volta nella richiesta di proroga di 6 mesi delle indagini firmata dal sostituto procuratore Ciro Alberto Savino. Fino ad ora erano coperti dal segreto istruttorio anche perché non erano stati compiuti atti che li coinvolgessero direttamente. “Abbiamo appreso dagli organi di stampa delle indagini a carico di Tagliani e Modonesi, a noi non è ancora stato notificato alcun atto – fa sapere l’avvocato Riccardo Caniato, che per ora ha assunto la difesa di entrambi e che già difende l’ex presidente della Fiera, Filippo Parisini -. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi dell’indagine”.
La procura sta procedendo nei confronti di 14 persone, indagate a vario titolo per ipotesi di reato che vanno dalla corruzione al peculato, dalla concussione all’abuso d’ufficio, fino alla turbativa d’asta, al falso e alla truffa.
I reati si riferiscono a due tronconi d’indagine: uno riguarda i rapporti dell’ex pentito di mafia Pietro Scavuzzo con Ferrara Fiere (della quale era diventato fornitore e poi grande accusatore) e il secondo sull’appalto da circa 5 milioni di euro per la riqualificazione post sisma del quartiere fieristico che sarebbe stato pilotato verso la AeC di Modena e gonfiato negli importi.
Gli indagati in tutto sono 14: Pietro Scavuzzo; gli ex presidenti Nicola Zanardi e Filippo Parisini (che si è dimesso dopo il blitz della Guardia di Finanza), la ex direttrice della Fiera Giorgina Arlotti; l’attuale presidente di Acer Daniele Palombo, poi i dirigenti dell’azienda case Marco Cenacchi e Massimo Cazzola, l’ingegnere Davide Grandis (progettista dei lavori in Fiera), Aldino Cavallina (che era il referente delle imprese), Stefano Zaccarelli e Sandro Mantovani della ditta modenese AeC Costruzioni (verso la quale sarebbe stato pilotato l’appalto) Angelo Rollo della società WebLand.
C’è poi la posizione particolare di Diego Carrara, direttore di Acer, inizialmente indagato e la cui posizione sembra poi essere stata messa in un limbo e al momento di fatto fuori dall’inchiesta: “Per Carrara non risultano fattispecie di reato da sottoporre a proroga”, scrive il pm.
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