I ferraresi dovranno ancora attendere un tempo indeterminato prima di rivedere la facciata dal Duomo libera da teloni e recinti.
In sede di conferenza di fine anno, la diocesi di Ferrara ha fatto il punto sull’infinito capitolo dei cantieri post sisma, ricordando i lavori ancora aperti nelle sette chiese colpite dal terremoto del 2012 (Chiesa di San Giacomo Maggiore a Burana, Chiesa di San Marco Evangelista a Fossanova San Marco, Chiesa di San Nicola a Cocomaro di Focomorto, Chiesa di San Biagio di Bondeno, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Vigarano Pieve, Chiesa di Sant’Agnese Vergine e Martire a Gaibanella e Chiesa di Benvignante ad Argenta), dopo un 2020 che ha visto la conclusione dei lavori in sette chiese della provincia per un costo totale di 2.282.546,64 euro.
Due invece le strutture che risulteranno più rinnovate al termine dei lavori. Uno è il complesso Parrocchiale di San Giacomo Apostolo in via Arginone, protagonista di un progetto tecnico di rinnovamento globale rispettando gli spazio e il posizionamento nel contesto del quartiere.
Un percorso che ha avuto inizio già nel 2002 e che, a fasi alterne, è proseguito per nove anni. Nel 2011, grazie alla partecipazione della Diocesi al Concorso Progetti Pilota bandito dal Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, lo sviluppo di questo edificio sacro e di tutti gli ambienti ad esso connessi ha subito una forte impennata. La posa della prima pietra di San Giacomo Apostolo è avvenuta l’11 febbraio 2018. Ad oggi siamo ormai alla conclusione dei lavori: il complesso dal punto di vista edile è terminato, mentre si vanno definendo gli interni della chiesa e dei locali per il ministero pastorale. La situazione di lockdown dovuta alla pandemia da Covid 19, ha causato giocoforza la sospensione dei lavori per diversi mesi. Il termine degli interventi dovrebbe però assestarsi nella primavera 2021 in modo da poter dedicare la chiesa e iniziare a celebrare all’interno del nuovo complesso.
Viene poi il “cantiere” Cattedrale, che “si sta sempre di più sviluppando – annuncia don Stefano Zanella, direttore dell’ufficio tecnico amministrativo dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio – rivelando tesori nascosti. Nelle ultime settimane infatti, grazie alla “svestizione” dei pilastri settecenteschi, sono venuti alla luce dopo oltre tre secoli, importanti frammenti più o meno conservati, delle antiche colonne medievali e dei fregi che sostenevano e decoravano la Cattedrale nel XII e XIII secolo”.
“Queste scoperte sorprendenti – riferisce don Zanella – stanno facendo riflettere circa la possibilità di mantenere a vista le parti meglio conservate di queste tracce storiche e artistiche per molti aspetti uniche nel suo genere modificando così l’intervento strutturale e di restauro già previsto e ritardando di un po’ i tempi già dilatati a causa della pandemia”.
Ma per togliere finalmente il velo che copre la facciata, i tempi sono ancora lunghi. Il Covid e il conseguente lockdown hanno ritardato i lavori da una parte e dall’altra l’inattesa e piacevolissima scoperta dei capitelli medievali ha portato a ripensare il progetto originario di restauro in quanto gli addetti ai lavori si stanno adoperando per poterli mantenere a vista affinché siano una nuova attrazione del duomo.
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