Faccio il sovversivo 2.0
25 Ottobre 2020

Per Berco è ora di svegliare le coscienze

di Faccio | 2 min

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L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Noi siamo la Berco

Sono giorni molto intensi quelli che stiamo affrontando in fabbrica, il clima non è per niente buono e non si lavora affatto bene, anche se la speranza che tutto si sistemi è sempre tra di noi: stiamo uniti, non dobbiamo fare l’errore di dividerci, tutti insieme per un unico scopo, cioè salvare l’occupazione e riportare Berco dove era un tempo

È appena terminata l’ennesima vertenza della Thyssenkrupp Berco di Copparo con un “accordo ponte” che scadrà tra due anni.

L’andamento della situazione in Berco obbliga tutti, dal cittadino alle Istituzioni, ad una profonda riflessione che non può più essere merce accademica fine a se stessa, piuttosto mezzo per arrivare a soluzioni e strategie utili ed efficaci.

Le richieste della Thyssenkrupp Berco erano: la perdita del livello di contrattazione aziendale con applicazione del contratto collettivo nazionale.

Questo significava perdita di risorse, impoverimento dei lavoratori e conseguente impoverimento di tutto il territorio.

Meno, molti meno soldi per gli operai Berco significava pochissimi soldi riversati nelle altre attività del territorio.

Ancora, siamo passati attraverso tre violente ristrutturazioni aziendali che hanno portato da quasi 3000 dipendenti agli attuali 1400. Quanto ancora bisognerà pagare in termini di lavoratori che perdono il posto di lavoro con l’incubo e il miraggio di ritrovare una ricollocazione? Possiamo invece tentare di non disperdere un patrimonio costituito dal ciclo produttivo interno per evitare inutili ristrutturazioni e poi pagare in efficienza e qualità del lavoro, con immaginabili conseguenze? Copparo vive di Berco, lo si voglia ammettere, e così molti Comuni limitrofi anche del vicino Rodigino. Si vuole attuare una strategia, un’azione congiunta che svegli le coscienze e porti ad una battaglia seria ed organizzata per evitare il peggio per Berco?

Oppure assisteremo alla solita iniziativa al termine del tempo concesso (2022) nei minuti di recupero, ammirando la grandezza di quello che è stato un grande complesso industriale capace di dare solidità e serenità a tante di famiglie.

Chiedo al sig. Sindaco di Copparo che tra due anni sarà ancora in carica, se riuscirà a garantire questo passaggio, se stia pensando a strategie politiche per mettere fin da subito Berco al centro della discussione Politica.

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