
(foto di Alessandro Castaldi)
di Davide Soattin
Da corpo estraneo degli ultimi campionati di Serie A a simbolo della rinascita – o almeno così ci si augura – e della ripartenza con indosso la maglia biancazzurra, dopo la breve parentesi di Cagliari, Alberto Paloschi è pronto per dare il proprio contributo alla causa spallina e rimettersi in gioco tra i cadetti, nella speranza di centrare subito il ritorno in Serie A, come lui stesso ha voluto raccontare tra le pagine del Corriere dello Sport-Stadio.
Una nuova e stimolante avventura, di cui il numero 9 biancazzurro vorrebbe esserne il protagonista: “La Serie B è lunga e dura, su ogni campo c’è battaglia e nulla è scontato. Noi abbiamo una squadra forte, con una serie di giovani molto bravi. Cercheremo di fare un campionato che sia di vertice per tornare subito in Serie A e la chiave sta nel provare a dare continuità ai risultati. La Spal è una società importate, merita di tornare ai massimi livelli per la sua storia, l’organizzazione e i tifosi. È una bella sfida e sono rimasto per questo”.
Paloschi aggiunge: “La forza della squadra c’è, poi dobbiamo ancora assimilare tutti i meccanismi del tecnico. Stiamo migliorando progressivamente. Sappiamo di essere tra i favoriti e si deve fare il meglio per risalire, cominciando a vincere. Non è facile quando si è obbligati. Ci stiamo mettendo tutto noi stessi. I campionati si vincono innanzitutto con il gruppo. Da noi c’è proprio tutto per fare bene, dall’ambiente che lascia tranquilli al resto. Chi è rimasto ha sicuramente voglia di una stagione da protagonista e per la rivincita”.
E ancora: “La retrocessione lascia sempre il segno. Spetta a noi farla dimenticare e con i risultati positivi ci si riesce, creando quel giusto entusiasmo che già si avverte. Sarà una bella lotta, ci sono tante squadre competitive con società ambiziose. Penso tipo alle retrocesse, al Monza e all’Empoli. Dobbiamo guardare a noi stessi con la stessa rabbia che mettono le avversarie contro di noi, ma il pericolo maggiore è sottovalutare l’avversario pensando di essere più forti. Gli altri attaccanti forti? Ce ne sono diversi, ma a me piace parecchio Donnarumma”.
Soffermandosi sulla minaccia Coronavirus per il prosieguo dei campionati, nelle ultime battute dell’intervista, la punta spallina ha poi concluso: “Il problema è per tutti, non solo per il calcio. Bisogna stare attenti a usare le giuste precauzioni. mio nonno è morto per il Covid e le vicende familiari hanno fatto crescere in me una maggiore attenzione verso il prossimo, accettando tutte le regole che vengono imposte”.
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