Mafia nigeriana. Ultimo atto in Cassazione
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
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La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Ausl di Ferrara, condannandola a pagare 366.890 euro come risarcimento dei danni nei confronti dei famigliari di Cristiano Turati, il 46enne morto - il 20 ottobre 2016 - dopo il ricovero all'ospedale del Delta di Lagosanto
Continua a crescere la cassa integrazione in Emilia Romagna (+31% rispetto al 2024, +113% rispetto al 2023) con il primo trimestre del 2025 che ha fatto segnare il picco di 19 milioni di ore
La Comune di Ferrara sostiene Cittadini del mondo e parteciperà all’assemblea del 7 maggio alle 18 ricordando che già dal 1993 "la città è diventata più internazionale e colorata"
Per capire come prevenire la contaminazione da Pfas, i gruppi territoriale e consiliare del Movimento 5 stelle hanno organizzato un incontro dal titolo “Acque contaminate: contro l’inquinamento da pfas per un ambiente sostenibile”, che si terrà venerdì 9 maggio nella sala refettorio di via Boccaleone 19
“La mia era solo una battuta scherzosa sulla sua posa estatica. La battuta può essere certamente stigmatizzata dall’interessato, ma non strumentalizzata politicamente”. La precisazione è di Enrico Maestri, il docente universitario Unife (è professore associato di Filosofia del Diritto) che aveva pubblicato un commento sulla pagina Facebook di un ex studente, Sergio Ancarani Penazzi (il suo vero nome è Sergio Echamanov) impegnato in una campagna per l’uso del preservativo contro le malattie sessualmente trasmissibili.
Sergio aveva pubblicato come post la propria immagine con un profilattico in mano. Il professore lo aveva apostrofato con questa frase: “Quando uno sventola la bandiera di sinistra, la lotta di classe del c…”. Dopo la reazione del giovane, che ha scritto a Unife chiedendo un richiamo formale e istituzionale dell’università sull’atteggiamento del docente, Maestri replica che il senso delle sue parole era quello di “una battuta nei suoi confronti, magari di cattivo gusto, ma detta verso un amico. Ma mi sbagliavo”.
“Non ho espresso alcun giudizio generalizzato verso altri e verso politiche riguardanti il sesso sicuro – spiega Maestri – né ho scritto cose che riguardassero l’omofobia, la transfobia, o la bifobia come mi è stato falsamente rimproverato su Facebook. Un suo amico mi ha pesantemente offeso (non risulta dagli screen pubblicati ad arte) , ma io ho replicato con battute ironiche e scherzose. E questo è un mio diritto: si chiama libertà di espressione. Poi se Sergio si è offeso per una battuta farà come vuole, ma non può generalizzare e strumentalizzare una battuta ironica che era rivolta solo alla sua posa. Peccato che si stia dimostrando un politicante, si è dimenticato che se c’è uno che lo ha riconosciuto quello sono stato io. Poi se io servo per farsi pubblicità, se io sono un mezzo per il suo palcoscenico faccia pure: ma sta cercando di rovinare la mia reputazione per la sua utilità politica. Questo lo trovo davvero grave”.
Sergio Echamanov, come puntualizzato anche da Estense.com, è un attivista di Volt Europa, movimento politico paneuropeo, e il suo impegno in questa campagna di prevenzione prescinde dal suo essere dichiaratamente gay, in quanto rivolto alla popolazione tutta. E si è sentito deriso dalle parole del professore (di cui non è stato studente, frequentando un corso diverso) nel suo impegno a diffondere le buone pratiche di prevenzione.
Dal canto suo Enrico Maestri si è sentito strumentalizzato per aver espresso scherzosamente – come lui stesso sostiene – non un giudizio sulla campagna di prevenzione, ma una battuta sulla ‘posa’ assunta da Sergio nella foto. “Sono stato tradito dalla mia generosità verso Sergio – commenta infatti Maestri – che ho seguito non da studente (non è il mio ex studente perché non è mai stato un mio studente) e che nel tempo ho riconosciuto come amico. Una battuta verso un amico (mi ha sempre chiamato Enri) è diventato un tritacarne politico e strumentale. Mi sono messo nella condizione di essere una preda, un bel boccone mediatico”.
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