Runner e cleptomane. Il corridore, diventato suo malgrado famoso dopo essere stato inseguito e offeso dal vicesindaco Nicola ‘Naomo’ Lodi in piena emergenza coronavirus, è finito a processo per ricettazione e incauto acquisto, reati poi derubricati in furto. La sentenza è arrivata martedì 28 luglio: assolto perché incapace di intendere e volere.
“Ulix”, questo il nickname usato per rispondere ai commenti su Estense.com quando era balzato agli onori della cronaca dopo l’inseguimento e la polemica che ne era scaturita, ha alle spalle diversi episodi di cleptomania, quando non riesce a resistere all’impulso di rubare, come attestato dai certificati medici.
Un disturbo ossessivo compulsivo diagnosticato e certificato che ha portato il giudice Silvia Marini ad assolvere l’imputato, difeso dall’avvocato Pamela Palazzi, e a disporre la misura della sorveglianza, a cui è già sottoposto per un altro procedimento. Il sostituto procuratore Sheila Davi aveva chiesto la condanna a due anni e 1500 euro di multa.
L’indagine per ricettazione e incauto acquisto era partita due anni fa, quando durante una perquisizione nella sua abitazione era stato rinvenuto e sequestrato materiale di vario tipo, provento di furto. Tra gli oggetti (75 lampadine, viti, 2 orologi…), alcuni risultavano appunto rubati e altri regolarmente acquistati.
Ma, come accertato dal tribunale, tutto è legato a una patologia conclamata di cui soffre il paziente, in cura al Centro Salute Mentale. Con questa pesante patologia psichiatrica in essere, che ci permettiamo di rendere nota per via dei documenti da lui stesso forniti per rispondere alle accuse di ‘Naomo’, i medici hanno individuato, oltre a terapie e farmaci, l’intensa attività fisica come parziale rimedio per i suoi disturbi.
Attività motoria che stava svolgendo anche quel fatidico 3 aprile, durante il lockdown, quando sulla sua strada ha incontrato il vicesindaco che l’ha inseguito e offeso lungo il tragitto, con tanto di video pubblicato sui social. È seguita una pioggia di querele nei confronti del vicesindaco e degli autori di commenti ingiuriosi apparsi su Facebook. Il fascicolo in fase di istruttoria è in mano al pm Ciro Alberto Savino che ha delegato la Polizia Postale di raccogliere e identificare gli ‘haters’.
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