Lavoratori e azienda ai ferri corti alla Amp Recycling di via Finati, azienda che lavora materie plastiche. I sindacati di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil) hanno infatti proclamato uno sciopero dei turnisti e dei giornalieri nelle ultime due ore del turno di lavoro e dell’orario di servizio nelle giornate che vanno da 22 al 24 luglio e dal 27 al 31 luglio.
La proclamazione dello sciopero ha fatto seguito all’incontro di venerdì 17 luglio con l’azienda, “che continua evidentemente – riferiscono i sindacati – a negare ed eludere i problemi posti dai lavoratori e dal sindacato”.
Al tavolo della trattativa sarebbe stato “rigettato ogni ragionamento” sui percorsi di crescita professionale, “dando una lettura ‘vecchia’ per non dire ‘stantia’ e illegittima del contratto nazionale e dei suoi meccanismi di progressione, vanificando ogni ragionamento sulla complessità della realtà impiantistica di Ferrara e dei suoi contenuti di polivalenza”. “Il tutto – aggiungono le tre sigle sindacali – nascondendosi nella necessità aziendale di prevedere che a determinare il livello di inquadramento non sia la mansione svolta dal lavoratore e da quanto tempo la svolga, come prevede il Ccnl (di norma 3 mesi per gli operai), ma il giudizio arbitrario e unilaterale della direzione aziendale, che rivendica a sé il diritto di decidere se il lavoratore svolga in maniera adeguata la mansione assegnatagli e quindi se attribuirgli o meno il livello di pertinenza”.
“Questo – ragionano i sindacati – induce a pensare che il lavoratore, pur svolgendo una determinata mansione assegnatagli dall’azienda, potrebbe non vedersi mai, ribadiamo mai, riconoscere il corretto inquadramento per tutta la propria attività professionale… ergo il Ccnl non esiste, non vi sono regole e decide a propria discrezione il padrone quello che devi fare e se retribuirti correttamente”.
Vi è poi il nodo del premio di risultato, “con un modello di calcolo pesantemente legato alle assenze, già proposto dall’azienda e bocciato dai lavoratori in assemblea”, che sarebbe “uscito dalla porta del precedente tavolo e rientrato direttamente dalla finestra il 17 luglio”.
Posti di fronte a tale atteggiamento, ai sindacati di categoria non è rimasto altro che “riprendere le iniziative di lotta, nella speranza che chi controlla ed amministra questa impresa finalmente ascolti le persone che vi lavorano, ovvero i soggetti che alla fine gli dovrebbero interessare di più”.
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