Politica
21 Luglio 2020
Baraldi (Pd): "Perplessi da questa nomina, difficile garantire la neutralità". I consiglieri per la prima volta a confronto dal vivo dopo il lockdown

Il consiglio comunale sceglie l’ex direttore del carcere come garante dei detenuti

di Ruggero Veronese | 3 min

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(immagine di repertorio)

Sarà Francesco Cacciola, ex direttore del carcere di Ferrara in pensione dalla fine del 2012, il nuovo garante dei detenuti votato dal consiglio comunale, al termine di una discussione che ha visto il Partito Democratico esprimere diverse perplessità in merito alla sua “neutralità”, proprio a causa del ruolo diametralmente opposto che Cacciola ha ricoperto nella casa circondariale.

È stata questa la decisione più dibattuta durante l’ultima riunione del consiglio comunale, che si è svolta all’interno del palazzo municipale dopo il periodo in videocollegamento dettato dall’emergenza Coronavirus.

Un passo verso la normalità che forse rasserena anche gli animi dei consiglieri comunali, senza particolari scintille tra maggioranza e opposizione che si ritrovano anche a votare insieme alcuni provvedimenti, come la proroga fino alla fine dell’anno del contratto di gestione alla società Farmacie Comunali (Afm) dell’omonimo servizio e il rinnovo della convenzione con altri comuni del Ferrarese per gestire la redazione locale del Sistema Informativo Regionale per il Turista (Situr).

Il dibattito più acceso, come premesso, è quello relativo alla nomina del nuovo garante dei detenuti in carcere, dopo il termine dell’incarico di Stefania Carnevale. Proprio la relazione finale di Carnevale infatti segnala al consiglio comunale una serie di problemi relativi ai disagi dei detenuti e alle difficoltà di gestione all’interno della casa circondariale, e spinge diversi consiglieri di maggioranza e opposizione a una riflessione sul ruolo stesso del garante.

Il leghista Ciriaco Minichiello citando anche la propria esperienza di avvocato afferma che “la figura del garante oggi ha troppe competenze, considerate le risorse a sua disposizione. L’aspetto economico è poco gratificante e si ritrova a svolgere un ruolo quasi di volontariato, mentre per poter davvero svolgere la sua funzione dovrebbe essere sul posto almeno due o tre volte alla settimana. Forse è anche per questo che abbiamo ricevuto solamente due candidature”.

Concetti in parte sottolineati anche da Ilaria Baraldi (Pd), che spiega come la figura del garante (che in origine percepiva 6mila euro all’anno dal Comune e altrettanti dalla Provincia) sia stata gradualmente depotenziata “anche a causa delle modifiche e delle riforme all’interno dei vari enti pubblici”, fino alla situazione attuale che vede una retribuzione di circa 2mila euro all’anno. Ma la vera perplessità riguarda proprio la candidatura di Francesco Cacciola, che secondo Baraldi “difficilmente potrebbe ricoprire quel ruolo di neutralità del garante dei detenuti, visto che è stato direttore dello stesso carcere”.

Una perplessità condivisa da Dario Maresca (Gente a Modo) che anche alla luce delle considerazioni di Minichiello propone di riaprire la procedura di selezione con un nuovo e più alto compenso economico per il garante, per favorire l’arrivo di altre candidature. Una proposta che viene tuttavia bocciata dal consiglio, che subito dopo procede con la scelta del garante: a Cacciola 12 voti da parte della maggioranza, mentre a Valentina Masieri cinque voti dall’opposizione. Confermata quindi la nomina per l’ex direttore del carcere, contrariamente a quanto accaduto in altri precedenti simili, come nel 2011 a Bologna quando la candidatura a garante dei detenuti dell’ex direttore del carcere Dozza, Nello Cesari, fallì proprio a causa del suo precedente ruolo e delle polemiche politiche sollevate dalle associazioni.

Altra piccola polemica in un consiglio comunale tutto sommato pacato rispetto agli standard recenti è quella che vede protagonisti Davide Bertolasi (Pd) e l’assessore all’ambiente Alessandro Balboni (Fratelli d’Italia), con Bertolasi a chiedere il motivo per cui un’interpellanza relativa al canile comunale è rimasta senza risposta per oltre cinque mesi e l’assessore che replica parlando di episodi analoghi a parti invertite quando prima delle scorse elezioni occupava i banchi dell’opposizione. “Spero di non dover più rispondere a question time di questo tipo – afferma Balboni – che sono strumentali solo alle polemiche politiche”. E Bertolasi che replica: “È paradossale citare fatti della scorsa amministrazione per non rispondere. Farò un question time ogni volta che ci sarà una violazione dei diritti dei consiglieri”.

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