Cronaca
30 Giugno 2020
Il tribunale di Ferrara si è espresso sull'omicidio stradale plurimo. L'auto andava troppo veloce e lui aveva bevuto oltre il limite

Strage di Vigarano, il conducente condannato a 4 anni per la morte degli amici

di Redazione | 2 min

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Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Le vittime Giulio Nali, Miriam Berselli e Manuel Signorini (foto da Facebook)

Il tribunale di Ferrara lo ha condannato a 4 anni per la morte dei suoi tre amici. Enrico Felloni era accusato di omicidio stradale plurimo per la cosiddetta “strage di Viragano”.

La notte tra venerdì 27 e sabato 28 settembre, verso le 2 di notte, in via Cento, all’altezza del mobilificio Dondi, l’auto che guidava Felloni, una Mazda 3 bianca, che procedeva in direzione Ferrara, si schiantò contro un platano a bordo strada.

I tre passeggeri, amici e colleghi di lavoro del conducente all’ipermercato Tosano, che tornavano da una serata in discoteca, morirono sul colpo.

Su quel ciglio di strada persero la vita Miriam Berselli, 21 anni, di Ferrara, Giulio Nali, 28 anni, residente a Occhiobello e Manuel Signorini, 23 anni, di Salara, in provincia di Rovigo.

SI salvò solo lui, Enrico Felloni, 24enne ferrarese, che rimediò ferite non gravi. Ma gli accertamenti tossicologici mostreranno un tasso alcolemico di molto superiore al limite imposto dalla legge: 1,30 grammi per litro, contro gli 0,5 massimi consentiti.

Per quella tragedia il giovane è finito a processo e, dopo la ricostruzione della dinamica affidata a consulenti e periti, il pm Ombretta Volta ha chiesto e ottenuto la condanna a 4 anni, la pena minima prevista dal codice. A questo si aggiunge la velocità con cui correva l’auto, come ricostruita dalle consulenze in aula: 93 km/h anziché 50.

Ora Felloni, difeso dall’avvocato Carlo Bergamasco, inizierà a scontare la pena, ma fuori dal carcere. Avrà l’obbligo di firma e di dimora e potrà recarsi al lavoro negli orari stabiliti dal tribunale di sorveglianza, che potrà anche affidare il 24enne a lavori di pubblica utilità.

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