Ferrara riscopre la sua vocazione di Cinecittà sul Po. La “città del cinema”, la nuova filiera creativa che verrà ufficializzata dopo l’estate, si mostra in anteprima tra giugno e settembre con la Festa itinerante del cinema e della felicità, “un titolo pensato prima del Covid ma quantomai azzeccato perché durante l’isolamento il cinema ci ha salvato” annuncia l’ideatore Stefano Muroni.
Il “festival del cinema ferrarese pensato per i ferraresi, soprattutto per i giovani” – promosso da Provincia di Ferrara, Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, Centro Preformazione Attoriale e ControLuce con la ‘benedizione’ dell’Istituto di Storia Contemporanea – toccherà metà dei comuni estensi, tra Portomaggiore, Bondeno, Vigarano Mainarda, Tresignana, Mesola, Voghiera, Poggio Renatico, Masi Torello, Fiscaglia e Goro e forse Jolanda di Savoia.
L’obiettivo dichiarato da Muroni è “riappropriarsi delle proprie radici e del proprio glorioso passato attraverso la memoria cinematografica che nel ‘900 ha reso grande il nostro territorio e che ora va trasmessa alle nuove generazioni e non solo”. Quando verrà realmente trasmessa è ancora un mistero: il calendario è in corso di definizione e nel corso della conferenza stampa in Castello sono state ufficializzate solo la prima tappa a Portomaggiore (venerdì 26 giugno alle 21 alla Delizia del Verginese con la proiezione del film E ridendo l’uccise di Florestano Vancini) e le tre date a Bondeno (1° luglio a Scortichino, 15 luglio in piazza Costa e 29 luglio a Gavello).
Rimane un viaggio nel cinema ferrarese (girato in provincia o realizzato da cineasti ferraresi) nei luoghi che l’hanno ispirato, da Il Mulino del Po (1949, di Alberto Lattuada) fino a E.T. (1982, di Steven Spielberg) omaggiando rispettivamente l’attrice bondenese Pina Gallini, che interpreta magistralmente il personaggio strambo e stonato della Lupacchioli, e il maestro vigaranese Carlo Rambaldi che non ha bisogno di presentazioni per i suoi effetti speciali in E.T. e King Kong (1976, di John Guillerming).
Anche quest’ultimo è in proiezione – con la presentazione degli allievi della scuola di cinema – insieme a L’Agnese va a morire (1976, di Giuliano Montaldo), Un ettaro di cielo (1958, di Aglauco Casadio) e Oltre la bufera (2018, di Marco Cassini) sempre in luoghi all’aperto, a ingressi contingentati senza prenotazione.
E così dopo il lockdown rivive la Cinecittà sul Po perché “la cultura viaggia sull’acqua – interviene la presidente della Provincia Barbara Paron – grazie a un gruppo di giovani creativi diventati imprenditori e sostenuti dalle amministrazioni locali, accomunati dall’amore e attaccamento al nostro territorio che ha una potenzialità straordinaria da valorizzare e far crescere in un sistema creativo”.
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