Tentato furto in un vivaio. Uomo arrestato dai carabinieri
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio
E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni
Adescava le sue vittime in stazione, chiedendo loro un passaggio in automobile o proponendo rapporti sessuali a pagamento, e poi le rapinava del portafoglio che tenevano nelle tasche posteriori dei pantaloni
Tragedia in zona Gad, dove una giovane donna italiana è stata ritrovata senza vita in un pianerottolo della Torre A del Grattacielo
Cade l’accusa di spaccio. Rimangono quelle di violenza privata e lesioni nei confronti di un detenuto, aggravate dall’odio razziale.
La Procura ha chiuso le indagini nei confronti di Roberto Tronca, accusato nel 2018 di aver fatto in modo che della droga entrasse all’Arginone, convincendo un detenuto italiano a far versare dai suoi familiari mille euro sul conto di una donna marocchina (con la scusa che servivano per pagare un avvocato) che venne poi arrestata nel febbraio di quell’anno proprio mentre cercava di consegnare al fidanzato una piccola partita di hashish durante una visita in carcere, nonché di aver malmenato proprio quest’ultimo per farsi dire il nome dei fornitori esterno.
L’avviso di chiusura delle indagini notificato nei giorni scorsi a Tronca non fa più riferimento allo spaccio, anche se rimangono le pesanti accuse di violenza e lesioni con l’aggravante di aver agito con odio razziale.
Secondo la posizione sempre sostenuta da Tronca, la sua unica attività è stata quella di darsi da fare per interrompere l’ingresso dello stupefacente all’Arginone dopo che le prime attività d’indagine caddero nel vuoto, anche quelle con l’uso delle unità cinofile. Mentre l’accusa di aver picchiato il detenuto sarebbe solo una vendetta dello stesso per averlo scoperto.
“C’è soddisfazione perché l’attività difensiva ha portata a un avviso conclusione con meno capi d’incolpazione e non è stato contestato quello più infamante e grave per un agente di polizia penitenziaria che ha sempre servito in maniera onorevole e che ha uno stato di servizio impeccabile – commenta l’avvocato Denis Lovison, che difende Tronca -. Dimostreremo ogni estraneità anche alle altre contestazioni, perché un appartenente alle forze dell’ordine se fa qualche cosa in più per estirpare un traffico di droga non deve essere indagato, ma premiato”.
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