Politica
18 Maggio 2020
Fabbri: "Al fianco delle vittime di discriminazione". Pd: "Ferrara promuove la libertà di essere ma non condanna nessun atteggiamento". Italia Viva: "Che fine ha fatto il tavolo Pico?"

Giornata contro l’omofobia, è scontro politico 

di Redazione | 3 min

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Lo striscione appeso dalla precedente amministrazione

“Ferrara promuove la libertà di essere”. È lo slogan scelto dall’amministrazione comunale in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. E sostituisce lo striscione scelto dalla giunta precedente: “La città di Ferrara condanna l’omofobia e la transfobia”.

Il cambio di parole non è sfuggito al Pd che considera questo messaggio “talmente generico e lapalissiano che potrebbe andare bene per qualsiasi occasione. Non condanna nessun atteggiamento, nessuna fobia, nessuna discriminazione. Non prende posizione, come vorrebbe far credere. Dice: devo per forza dire qualcosa, ma questo è il massimo che posso dire. Ci ricorda che siamo liberi di essere. Ok, grazie, ma l’obiettivo del 17 maggio è promuovere la consapevolezza e individuare le azioni positive di prevenzione e contrasto al fenomeno dell’omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia”.

A parlare sono la consigliera comunale e vicepresidente commissione Pari Opportunità Ilaria Baraldi e il membro del direttivo del circolo Pd A. Lambertini e ‘traghettatore’ di Arcigay Simone Buriani che, ricordando ciò che è stato scritto e detto sulla comunità lgbtiq dall’attuale vicesindaco in tempi non sospetti (quando per Naomo i gay erano macedonia, ndr), comprendono “lo sforzo di questa giunta nel provare a dire qualcosa senza dire niente. Ma questa volta gli esperti di comunicazione non sono riusciti nel solito esercizio di maquillage. Se non usi le parole giuste per condannare un atteggiamento fobico, vuol dire semplicemente che non lo vuoi fare“.

Il sindaco Alan Fabbri rilancia la sua posizione anche sui social: “Ferrara si fa parte attiva nella promozione della libertà di essere, un passo fondamentale per raggiungere la felicità. Nessuno oggi può sentirsi discriminato per aver dichiarato pubblicamente il proprio orientamento sentimentale. Omofobia, bifobia e transfobia sono una violazione inaccettabile della dignità e dei diritti umani fondamentali di ciascuno. Chi è vittima di discriminazioni deve sapere che non è solo. Io sono al suo fianco“.

Simone Buriani e Ilaria Baraldi a una festa Arcigay

“Non basta promuovere la libertà per dichiararsi a posto con la propria coscienza e il proprio ruolo – replicano ancora Baraldi e Buriani -. Come ogni ingiustizia, le discriminazioni sono tali non solo quando sono eclatanti ed immediatamente riconoscibili. Esse, facendo leva sull’ignoranza, si annidano anche nei messaggi equivoci o equivocabili, ammantanti da quel finto perbenismo pruriginoso che vorrebbe dire senza dire, fingendo di essere al fianco ma guardandosi bene dall’essere così chiari e netti da non lasciare adito a nessun dubbio”.

Mentre i dem invitano a cambiare i termini “perché le persone purtroppo non sono ancora tutte libere di essere e il compito di una amministrazione non è solo quello di promuovere la libertà, ma di diffondere una cultura aperta e inclusiva e di lavorare costantemente, nella società e nelle sue diramazioni, a partire dalla scuola, per rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di quella libertà”, Italia Viva Ferrara considera il banner virtuale “del tutto inadeguato” e ricorda la mancata convocazione del tavolo Pico (Protocollo istituzionale per il contrasto all’omotrasfobia.

“Un tavolo istituzionale che è silente da mesi, che avrebbe dovuto essere convocato anche online, per definire le iniziative dell’amministrazione in occasione di questa ricorrenza – dichiarano i coordinatori provinciali Manuela Macario ed Eric Zaghini e i coordinatori comunali Eleonora Mazzanti e Tomas Gallerani -. I Tavoli istituzionali, come il Pico, sono luoghi di democrazia partecipata. Ecco perché si istituiscono, servono e vanno coinvolti. Onde evitare di fare errori grossolani o ancor peggio onde evitare di non chiamare le cose con il loro nome! Perché o si ha il coraggio di portare avanti delle vere battaglie contro le violenze e le discriminazioni oppure è meglio farne a meno”.

Italia Viva chiede pertanto al sindaco Alan Fabbri e all’assessora Dorota Kusiak di “convocare quanto prima il Tavolo Pico e di tornare a ragionare nei luoghi deputati a farlo, con il coinvolgimento di tutte le associazioni Lgbti+ e delle istituzioni, di contrasto all’odio e alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere”.

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