Economia e Lavoro
3 Aprile 2020
Calderoni: “Dobbiamo modificare gradualmente il modo stesso di fare agricoltura”

Gelate e siccità: frutticoltura già compromessa

di Redazione | 3 min

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L’emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio il paese e il clima rischia di fare altrettanto con il settore agricolo, essenziale ora e nei prossimi mesi per garantire i beni di prima necessità ai consumatori.

Tutto a causa delle temperature notturne scese sotto lo zero per alcuni giorni, che hanno provocato gelate e conseguenti danni alle colture frutticole come albicocche, pere e mele in una fase vegetativa delicatissima. Anche la siccità è diventata un problema, in particolare per grano, barbabietola da zucchero e mais, tanto che il Consorzio di Bonifica ha deciso di aprire la stagione irrigua in anticipo, già dal 1° aprile.

“In questi giorni ho monitorato il calo termico e gli effetti sui frutteti – spiega Vanni Branchini del Gie (Gruppo di Interesse economico) frutticoltura di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara – e la situazione appare già piuttosto compromessa per gran parte delle varietà di pomacee e drupacee. Nella notte del primo aprile, come era successo la settimana scorsa quando abbiamo avuto i primi danni, la temperatura è scesa fino a -4,5° ed è rimasta sotto lo zero per tutta la notta. Le gelate hanno colpito le pere, che presentano fiori anneriti, soprattutto quelli centrali, mentre gli altri fiori appaiono in condizioni migliori e si potranno avvalere della partenocarpia, perché la necrosi non colpisce tutti gli organi riproduttivi del fiore. Ma in ogni caso queste sono condizioni che portano a una scarsa qualità dei frutti. Stesso andamento per le mele, mentre sono pesantemente compromesse le albicocche, già duramente colpite dalla precedente gelata, così come le pesche. Le susine sono state danneggiate in maniera differente in base alla varietà più o meno precoce e le ciliegie presentano diversi fiori neri, così come i boccioli fiorali non ancora schiusi. Segnalo – conclude Branchini – anche danni anche alle orticole, in particolare le piantine di meloni, in parte già secche dalla settimana scorsa e ora del tutto appassite”.

Una situazione che Cia Ferrara sta monitorando per capire l’entità dei danni e raccogliere le segnalazioni delle aziende agricole più colpite.

“Il clima, ancora una volta, mostra segnali inequivocabili di un cambiamento che ormai non è più così inaspettato, ma è già parte del nostro clima – commenta Stefano Calderoni, presidente provinciale dell’associazione -. Un cambiamento che dobbiamo saper gestire, cercando di modificare gradualmente il modo stesso di fare agricoltura, trovando varietà più resistenti e forme assicurative più agili. Siamo in contatto con le aziende colpite e stiamo facendo una stima reale dei danni alle colture frutticole, per non dare numeri a caso. In questo momento è necessario garantire che tutti i prodotti agricoli siano “salvi” e disponibili perché la fase acuta dell’emergenza Covid-19 dovrebbe finire in breve tempo, ma la ripresa non sarà così rapida. In questo contesto bisogna gestire ogni “falla” produttiva per impedire nei prossimi mesi manchino frutta e verdura delle nostre campagne e anche il reddito per le aziende che devono poter continuare a produrre e vivere. Ringrazio – conclude il presidente Cia – anche il Consorzio di Bonifica che ha anticipato al 1° aprile l’apertura della stagione irrigua, per dare sollievo alle colture più colpite dalla siccità, un altro problema evidente di queste settimane. L’agricoltura è e rimane in prima linea per garantire beni essenziali e mai come ora è un settore primario per il nostro paese”.

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