di Serena Vezzani
Sant’Agostino. “Una porta aperta sulla piazza, per fare entrare la luce e ricordare a tutti i fedeli l’importanza della comunità”: così il cardinale Matteo Maria Zuppi ha definito ieri, alle 11, la chiesa di Sant’Agostino, finalmente restaurata e restituita alla comunità dopo un cantiere durato tre anni, e la chiusura delle sue porte dal sisma del maggio 2012.
L’inaugurazione della chiesa è stata salutata da una folla festante di cittadini e di fedeli, ed era attesa con trepidazione da tutta la comunità, compreso il parroco don Gabriele Porcarelli, che con la parrocchia ha lavorato per mantenere attiva la vita della comunità.
Dopo la messa in sicurezza dell’edificio, infatti, il ripristino strutturale e architettonico era partito nel 2016 e ha interessato la chiesa, il campanile, l’oratorio della Madonna e la canonica, con una ricostruzione dell’altare e il recupero di alcuni quadri. Gli interventi sono costati in tutto 2 milioni e 300 mila euro, una parte provenienti dal fondo per la ricostruzione e un’altra dall’assicurazione.
Ma finalmente, “l’attesa di tutta Sant’Agostino ha trovato compimento in questo giorno e trova nelle porte spalancate della nuova chiesa la conferma che l’amore è più forte del male” prosegue il cardinale Zuppi, “ma soprattutto ripara ciò che il male distrugge, e restituisce la vita e la bellezza. L’amore non cancella le ferite ma le ripara, trasformandole in segni di vittoria”.
Infatti, “il terremoto ha rivelato la forza sconcertante del male e quanto siamo vulnerabili: quanti terremoti scuotono le nostre vite? La malattia, la solitudine, la depressione, la perdita del lavoro e degli affetti”. Ma “l’amore conserva e fa crescere, ed è l’unica cosa che rende nuovo ciò che è abituale, non ci stanca mai”.
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