
Sandro Mazzatorta (foto di Alessandro Castaldi)
Parere favorevole ma con riserve. È quello espresso dai revisori dei conti che mettono in stand-by il Documento Unico di Programmazione 2020-2024 in attesa dell’approvazione definitiva prevista a metà marzo in concomitanza con la discussione sul bilancio di previsione.
L’organo di revisione si riserva quindi la “valutazione dei dati economici e finanziari” con conseguente “rinvio del giudizio di coerenza e attendibilità contabile alla nota di aggiornamento del Dup”.
In pratica le dodici sfide per la città futura sono messe nero su bianco, ora la vera sfida sarà far quadrare i conti per individuare adeguate coperture economiche con cui trasformare gli obiettivi in realtà nel corso del mandato della giunta Fabbri.
Un procedimento per cui il responsabile, il direttore generale Sandro Mazzatorta, si prende altro tempo: “Abbiamo ancora una finestra temporale di un mese e mezzo per integrare, aggiungere o modificare questo documento che nasce da uno sforzo di tutta la struttura del Comune di Ferrara per definire le strategie dei prossimi quattro anni con il metodo di razionalità decisionale“.
“Se mi chiedete se sono soddisfatto al 100% dal punto di vista tecnico vi dico che non lo sono, va migliorato, però inizia a esserci uno scheletro su cui lavorare per le sfide più emergenti, in primo luogo il lavoro” aveva detto il direttore generale in consiglio comunale.
E nella traduzione nel bilancio, “un passaggio più semplice e quasi automatico”, Mazzatorta aveva assicurato che “non ci faremo condizionare dalle esigenze ragionieristiche di contenimento della spesa rispetto a quelli che sono gli obiettivi finali di una città che merita tutta la nostra considerazione”.
Un passaggio che pone nuove riflessioni che avremmo voluto approfondire, ma le nostre chiamate sono cadute nel vuoto. E l’opposizione, che martedì si è astenuta dal voto come atto di protesta in attesa della discussione sul caso Solaroli, inizia a sollevare perplessità sul Dup “in corso di definizione“.
“Finalmente in consiglio si è parlato di Dup – interviene il capogruppo Pd Aldo Modonesi -. Dopo che in queste settimane ne avevamo sentito lodare ed elogiare i contenuti. Con la maggioranza che ne magnificava il lavoro, tanto da affermare che le sospensioni dei precedenti consigli erano motivate dalla voglia di “confrontarci democraticamente su argomenti di primaria importanza come il Dup, che contiene tutti i principali progetti della giunta per la città”, cosi diceva il sindaco in una delle sue veline.
“Tanto importante la discussione che è durata appena 22 minuti, e che oltre agli interventi (interessanti e ben formulati) dell’assessore Fornasini e del direttore generale Mazzatorta (che più che un direttore generale pare un superassessore) c’è stato un unico intervento della maggioranza, durato ben un minuto” cronometra Modonesi, rimasto silente dai banchi dell’opposizione.
“Il Dup oggi è un work in progress, in quanto sono previste 97 azioni che declinano le linee programmatiche del sindaco: di queste 97 azioni ad oggi ben 42 (quasi la metà) sono ‘in corso di definizione’ – ricorda il capogruppo dem -. E le altre 55 per più della metà altro non sono che il proseguimento delle azioni amministrative programmate e finanziate dalla giunta precedente (e previste nei Dup precedenti), sulle quali adesso Fabbri&co mettono il loro cappello”.
“È normale e giusto che sia così, perché la programmazione ha sempre un passato dal quale attingere, ha sempre un presente da realizzare e un futuro da costruire. Ma evitiamo di enfatizzare troppo la cosa” confida Modonesi con ‘in dote’ il parere dei revisori dei conti che “hanno sottolineato come il Dup oggi sia un work in progress”, o almeno “mancando lo schema di bilancio di previsione e l’indicazione dei dati economici e contabili nella sezione operativa, non è possibile esprimere un giudizio di attendibilità e congruità delle previsioni contenute nel Dup”.
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