Proporrà un’analisi in chiave psicologica della vita e delle opere del monaco trappista statunitense Thomas Merton, la conferenza a cura di Andrea Nascimbeni e Stefano Caracciolo, per il ciclo ‘Anatomie della mente’, in programma oggi giovedì 16 gennaio alle 16:30 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea.
Il ciclo di incontri, giunto al suo tredicesimo anno, è aperto a tutti gli interessati ed è organizzato in collaborazione con la sezione di neurologia, psichiatria e psicologia clinica della facoltà di medicina, farmacia e prevenzione dell’università di Ferrara. Il secondo appuntamento del programma 2020 di “Anatomie della mente” si occupa dell’autore cattolico americano più influente del ventesimo secolo, Thomas Merton (1915-1968). Personaggio eclettico, di grande spessore umano e spirituale, ha scritto oltre sessanta libri e centinaia di poesie e articoli su argomenti che vanno dalla spiritualità monastica ai diritti civili, alla nonviolenza e alla corsa agli armamenti nucleari. Monaco trappista, negli anni ’60 rappresentò la coscienza del movimento pacifista, riferendosi alla razza e alla pace come le due questioni più urgenti del nostro tempo.
Per il suo attivismo sociale Merton subì gravi critiche, sia da parte di cattolici che non cattolici, che assalirono i suoi scritti politici come sconvenienti per un monaco. Ne “La montagna dalle sette balze”, l’autobiografia nella quale narra il suo itinerario verso Dio, scrive: “Sono venuto nel mondo. Libero per natura, immagine di Dio, ero tuttavia prigioniero della mia stessa violenza e del mio egoismo, a immagine del mondo in cui ero nato. Quel mondo era il ritratto dell’Inferno, pieno di uomini come me, che amano Dio, eppure lo odiano; nati per amarlo, ma che vivono nella paura di disperati e contraddittori desideri”.
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