Politica
13 Dicembre 2019
Per il presidente dell’Ente c’è ipotesi di concussione per i costi della mostra su De Nittis

Sgarbi vuole portare i conti di Ferrara Arte in procura

di Redazione | 3 min

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Vittorio Sgarbi vuole portare i conti di Ferrara Arte in procura. Nel mirino del deputato di Rinascimento c’è il costo, a suo dire esorbitante, sostenuto dal Comune di Ferrara per la mostra a Palazzo dei Diamanti su De Nittis.

Ma le ire del critico d’arte non colpiscono solo cifre e numeri. Anche politici, anzi perfette carneadi per lui: si tratta di “tale Aldo Modonesi” e “tale Ilaria Baraldi”. La sua in effetti, più che una risposta all’interrogazione del Pd sulla visita notturna alla mostra, è un’invettiva che non risparmia toni decisamente sopra le righe.

E così le domande dei consiglieri dem (“due perdigiorno”) diventano “una arbitraria e strumentale interrogazione comunale che intende ostacolare il mio lavoro di presidente della Fondazione Ferrara Arte”.
“Io non so bene chi sia Aldo Modonesi – riprende Sgarbi -, né conosco quello che ha fatto, ma sono propriamente sgomento nel leggere come chi dovrebbe avere interesse per la vita civile di una città si compiaccia di una consuetudine di pettegolezzi e sostenga l’illegittimo uso di una interrogazione per fini personali di tale Ilaria Baraldi”.

Il peccato di Modonesi e Baraldi è quello di essere “curiosi di una azione assolutamente lecita e dovuta, come se fosse una stravaganza o un privilegio, e sono del tutto indifferenti all’enormità della spesa pubblica di 750000 euro per la mostra di De Nittis in Palazzo dei Diamanti, quando la mostra simmetrica di Giovanni Boldini a palazzo della Marra a Barletta è costata, con le stesse curatrici ferraresi, meno di 70000 euro”.

Qui viene il punto focale: “Mi parrebbe ragione di interesse politico e morale, o per lo meno di interrogazione, questa sperequazione; ma invece il Modonesi e la Baraldi si preoccupano di una cosa totalmente irrilevante, che è una visita alla mostra, ancora non aperta (quindi non fuori orario ma in allestimento) da parte del presidente di Ferrara Arte e quindi presidente della mostra stessa,
per parlarne a ragion veduta, nella conferenza stampa il giorno successivo. Quando una mostra è in allestimento (io ne ho fatte mille) si lavora anche tutta la notte. E’ assolutamente normale, è un dovere, una necessità”.

Nulla di strano o stravagante insomma, secondo Sgarbi, in quella che sarebbe “una visita d’ufficio, accompagnato dall’assessore competente, come avviene in qualunque città del mondo, offensivamente interpretata come un abuso di «delizie per il tempo libero della corte di chi vi ha accesso privilegiato»”.

Incredibili “insensatezze” per il presidente di un ente che “ha lo stesso titolo del curatore, certo non revocato in dubbio, come di un allestitore, di un elettricista, di un restauratore, nelle loro funzioni tecniche”.

A questo punto Sgarbi si chiede se “i due depensanti” avrebbero fatto una interrogazione “per una visita, mentre la mostra era in allestimento, di Pacelli e Guidi, dipendenti di quella stessa Ferrara Arte che io presiedo? E come si possono scambiare prerogative e funzioni per privilegi? Quali “accessi privilegiati”? quale “corte”? L’assessore alla cultura e il dirigente di settore? Doveri e diritti d’ufficio, secondo ogni logica, evidentemente sconosciuta ai due che fanno pettegolezzo sul lavoro di chi, diversamente da loro, esercita il ruolo di presidente di Ferrara Arte gratis”.

Sgarbi si augura che l’assessore Gulinelli “non risponda a una interrogazione insensata ed evidentemente irricevibile. Si vergognino coloro che usano gli strumenti democratici per interessi e livori personali”.

Infine la chiusura, che promette scintille: “Porterò in procura i conti di Ferrara Arte, con i riferimenti comparativi ad altre realtà analoghe”. Alla domanda di Estense.com su quale reato sia ipotizzabile a suo modo di vedere, Sgarbi non ha dubbi: “per l’evidenza del reato di concussione”.

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