Politica
2 Dicembre 2019
Intervista agli organizzatori: "Sorpresa, Ferrara si fa sentire. Bisogna accogliere le persone e le loro voci per non disperderci"

Sardine: “La piazza ci ha dato speranza, ora non abbandoniamola”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Obiettivo raggiunto: sono state chiamate 6mila sardine e 6mila sardine (e forse anche oltre) hanno risposto. All’indomani del flash mob ittico che ha riempito piazza Castello, gli organizzatori locali vogliono dimostrare di non essere un ‘movimento passeggero’, ma una mobilitazione forte che ha dato solo il primo colpo di pinna.

Vi aspettavate una partecipazione del genere in una città come Ferrara spesso definita silente?

Ci speravamo con tutto il cuore, ma ad essere completamente sinceri una partecipazione così considerevole è stata per noi un’enorme sorpresa. Questo significa che, nonostante la si chiami a volte silente, Ferrara è in grado di farsi sentire quando lo ritiene necessario.

Quali sono i sentimenti che pervadono gli organizzatori all’indomani della mobilitazione? 

Orgoglio, entusiasmo, adrenalina… sono solo alcuni dei sentimenti che continuano a scaldarci il cuore anche oggi. Siamo molto emozionati: vedere la piazza così colma di persone ci ha dato una forte speranza per il futuro della nostra città.

Particolarmente toccante è stato l’intervento di Ilaria Cucchi. Come è stato condividere la battaglia con la sorella di Stefano?

È stato un momento di immensa empatia. Ci siamo sentiti profondamente toccati dalla presenza di Ilaria e Fabio (l’avvocato Anselmo, ndr), e siamo sinceramente contenti che le nostre battaglie possano incrociarsi e coesistere.

Avete sempre definito il movimento ‘politico ma apartitico’. E infatti c’erano decine di sardine illustrate ma nessun simbolo di partito. È davvero un movimento eterogeneo?

Lo è, ed è stata proprio questa la nostra particolarità: riuscire a mettere insieme così tante persone diverse, accomunate da profili differenti, ma con un denominatore comune, quello di poterci definire tutti sardine.

È stata una mobilitazione per certi versi epocale, in grado di riunire giovani e meno giovani. Qual è il messaggio che pensate di aver lasciato a questo pubblico ittico e variegato?

Esiste una parte di Ferrara che è disposta a mettersi in gioco cambiando le carte in tavola, e questa piazza ne è stata la dimostrazione.

E ora quali sono i prossimi passi delle sardine ferraresi? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

Sicuramente l’aspetto più importante su cui bisogna concentrarsi è non abbandonare la piazza a se stessa, cercare di raccogliere le persone e le loro voci, organizzare i contenuti portati durante la manifestazione e non disperderci.
Vogliamo portare sul tavolo i veri temi che in questo istante sono coperti, come dicevamo sabato, da un populismo negativo che vede la sicurezza del cittadino in maniera parziale.

Vi si muovono accuse di fare solo protesta e non proposta. La protesta c’è stata, ora qual è la proposta?

La vera sicurezza del cittadino è data innanzitutto dal lavoro. Bisognerebbe creare occupazione per tutta la cittadinanza tutelandone i diritti. Per dare un esempio concreto, bisognerebbe gestire la spesa pubblica a favore di piccole e grandi imprese che possano così investire nel nostro territorio. Garantire la sanità e potenziare il sistema di istruzione a favore di tutti. Ovviamente uno dei temi centrali che solleveremo e su cui vogliamo porre particolare attenzione è quello della tutela dell’ambiente. Ora più che mai, dobbiamo renderci conto che battagliare su questa tematica non deve essere vista come una moda passeggera, ma un dovere che ognuno di noi di portare avanti per almeno i prossimi 50 anni. Abbiamo bisogno di azioni vere ed efficaci e che oggi vediamo non portate avanti da nessuno come priorità.

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