Cronaca
30 Novembre 2019
Il decesso avvenuto dopo due accessi al pronto soccorso in meno di 24 ore. Oltre cento persone sottoposte a profilassi. Fabbri: “Fare chiarezza”

Caso di meningite al Sant’Anna. Muore un 29enne, la madre denuncia

di Daniele Oppo | 3 min

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È forse una meningite da meningococco la causa della morte di Pier Paolo Padovani, giovane di 29 anni deceduto all’ospedale di Cona il 25 novembre scorso. Sul decesso, dopo la denuncia sporta dalla madre, risulta essere stato aperto un fascicolo dalla procura.

Oltre cento persone sono state contattate per essere sottoposte a profilassi (che va effettuata entro 24 ore).

Padovani, impiegato nell’azienda di famiglia e studente di Economia a Unife, era già seguito dal Sant’Anna per gravi patologie dovute a una malattia rara. Secondo la ricostruzione fornita nel tardo pomeriggio di venerdì dall’azienda ospedaliero-universitaria, domenica 24 novembre, verso le 22,40, Padovani si è presentato al pronto soccorso con la febbre. Dopo le visite del caso, all’1,38 del giorno successivo è stato dimesso “ed indirizzato alla valutazione del medico curante”. Quello stesso lunedì però, verso le 15, Padovani è stato portato di nuovo al pronto soccorso, questa volta in ambulanza. “Le sue condizioni sono apparse subito gravi, tanto da richiedere il ricovero presso l’unità operativa di Rianimazione ospedaliera dove, alle ore 20.06 dello stesso giorno, è deceduto”.

Nella giornata di martedì, spiega ancora l’azienda ospedaliera, il laboratorio microbiologico ha rilevato nell’emocoltura effettuata sui campioni prelevati al giovane la presenza di “Cocchi Gram Negativi” con sospetto di “Malattia invasiva da Neissseria meningitidis (Meningococco). A questo punto è stata attivata la struttura di Igiene ospedaliera-ufficio epidemiologico che ha provveduto a compilare la “scheda di segnalazione malattie infettive e diffusive” ed è stato attivato l’ufficio di Sanita pubblica dell’Ausl.

Il sospetto nel frattempo è stato confermato e questo ha portato all’attivazione della profilassi per i familiari di Padovani, per circa 57 operatori sanitari e 57 pazienti presenti nel pronto soccorso domenica pomeriggio, di cui 10 ricoverati e 47 dimessi, per tre operatori del 118 e per altre persone prese in carico dall’Ausl che si occupa anche delle persone che sono venute a contatto con il giovane nell’ultima settimana.

“La direzione generale dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Ferrara desidera esprimere il più profondo cordoglio e vicinanza ai famigliari ed amici del paziente, rendendosi disponibile per qualsiasi loro necessità”, si legge nella parte finale della nota.

Sul caso interviene anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, legato alla famiglia da un rapporto d’amicizia. “Conoscevo Pier Paolo da quando è nato, sono legato personalmente a tutta la sua famiglia e condivido con tutti i suoi cari e con gli amici il profondo dolore per la sua scomparsa – si legge in una nota -. Mi auguro che al più presto sia fatta chiarezza su quanto accaduto nelle sue ultime ore di vita, perché troppi interrogativi sono rimasti aperti”. “Ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che tutto il personale della struttura ospedaliera collaborerà al meglio per garantire la massima trasparenza sulla vicenda – prosegue Fabbri -. Nulla potrà restituire Pier Paolo a chi lo amava, ma per dare sollievo alla famiglia e per garantire tutti i cittadini è necessario verificare che tutte le buone prassi siano state adottate e che ogni azione possibile sia stata messa in atto nei confronti di un giovane paziente che si è rivolto in emergenza al Pronto Soccorso per ben due volte e che, oltretutto, era in cura per una malattia rara”.

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