Politica
18 Novembre 2019
Nella polemica scatenata dal post del docente interviene anche la presidente della Provincia Barbara Paron. Alla fine Franz si scusa e oscura il suo profilo

Post shock di Giangi Franz, su Venezia nuovo botta e risposta tra professore e sindaco

di Redazione | 4 min

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Il post di Giangi Franz ripreso dal sindaco Alan Fabbri

Resta alto il livello di polemica scatenato dal post shock di Giangi Franz, il professore dell’Università di Ferrara (nonché marito dell’ex assessore Roberta Fusari) che su Facebook ha dichiarato di non avere alcuna compassione per Venezia o per i veneti, aggiungendo motivazioni che hanno fatto discutere animatamente e portato il sindaco Alan Fabbri a chiedere provvedimenti al rettore.

A modo suo lo stesso Giangi Franz sostiene di essersi già scusato, postando una frase di Che Guevara (“hai que endurecerse pero sin perder la ternura jamas”, ovvero “devo indurire, ma senza perdere mai la tenerezza”) e aggiungendo “Vi voglio bene a tutti. Poi faccio un versamento di due euro a favore di Venezia”. E’ lo stesso professore tuttavia a stigmatizzare, sempre affidando le sue considerazioni al noto social, la reazione del sindaco Alan Fabbri alle sue parole per le “supposte frasi razziste che io avrei scritto”. “A parte la patetica richiesta di provvedimenti disciplinari per colpire un suo avversario politico – scrive Franz – richiesta che denota la cultura autoritaria sua e della sua parte politica, io qui mi diverto a ricordarle chi è la Lega, da dove viene la Lega, le belle frasi che io non ho mai scordato sui meridionali (il post di Franz è condito di numerose frasi pronunciate da esponenti della Lega, Alan Fabbri compreso, ndr). Certo, lo sappiamo, oggi la Lega non è più quella Lega, ma la storia non si cancella. E lei era un dirigente di quella Lega, proprio quella di Bossi, Borghezio, Gentilini e Salvini, che sparava a zero contro i meridionali (lasciamo da parte i neri che, in questo caso, non interessano). Lei era sindaco di Bondeno, poi consigliere regionale della Lega. Non si è mai dissociato dal profondo razzismo dei suoi capi politici, e c’è anche una sua frase, invero moderata, contro il Sud. Quindi, caro sindaco!, come può, proprio lei, con la sua storia e con la storia del suo partito, chiedere provvedimenti disciplinari contro di me per frasi razziste (me le trovi). Forse mi son fatto prendere la mano io con la storia dei Veneti, ma forse se la è fatta prendere pure lei con le liste di proscrizione che puzzano molto di autoritarismo. Preferisco il comportamento del suo vice, il quale in un suo recente post, e sempre per il mio post sui veneti, scrive pubblicamente di me dicendo che sono un coglione. Sa!, caro Fabbri, questo modo è più maschio, più coraggioso rispetto al suo. E io non querelerò Naomo, perché a differenza di Marattin e di tanti altri politici, credo che in politica valga tutto, a volte anche le mani. Ci si prende del coglione e si dà del coglione (io a Naomo non lo avevo ancora mai dato, ma ne avrò certamente occasione”.

A stretto giro gli risponde lo stesso Alan Fabbri, precisando innanzitutto che “non ti considero un avversario politico perché la politica è una cosa seria. Ha sbagliato ancora una volta pubblicando immagini false su Salvini. Non ce la può fare. Chieda scusa ai Veneti per le idiozie che ha scritto ieri. Immagino che sia molto agitato e preoccupato, purtroppo ognuno è figlio delle proprie azioni e lei continua ad essere maleducato dimenticando che rappresenta una Università prestigiosa. Chiederò ovviamente conto dei sui atteggiamenti sbagliati a chi di dovere. Mi spiace molto che invece di chiedere scusa si difenda dietro alla libertà di opinione. Quello che ha detto va oltre ogni regola di educazione, ne prenda atto è starà meglio con se stesso”.

A invitare alla riflessione è invece la presidente della Provincia Barbara Paron, che da una parte sostiene di non condividere le opinioni di Giangi Franz, che considera “mera provoczione”, dall’altra però coglie l’occasione per “bacchettare” il sindaco che oltre al rettore ha chiamato in causa anche la moglie del professore: “Vi rendete conto – scrive la Paron – del messaggio sottile ma dirompente che stanno cercando di fare passare? Non bisogna parlare, né scrivere nulla che possa essere contro la mia amministrazione o il mio partito, perché non mi limiterò a risponderti, ma avrai conseguenze sul tuo lavoro e coinvolgerò la tua famiglia! Vi rendete conto di dove sta la gravità di questi fatti? Spero di sì. Riflettiamo e opponiamoci perché, di questo passo, tra non molto sarà solo buio e silenzio. Aggiungo…, siamo realisti e onesti intellettualmente. Un sindaco che dichiara che il problema dei migranti a Ravalle non è suo e invece di dimostrarsi solidale con la popolazione e risolvere il loro problema si limita a dire che il problema non gli appartiene, malgrado i richiami alla “leale collaborazione tra enti”, ha perso un’altra occasione per stare zitto e dimostra ancora una volta incoerenza non più sostenibile”.

Alla fine però è lo stesso Giangi Franz a fare retromarcia prendendo una decisione drastica, oscurando il proprio profilo e chiedendo ” scusa a tutti per lo sconsiderato post su Venezia, i Veneti, il Mose, la Lega”. “Non pensavo – spiega – che si potesse scatenare una reazione di questo tipo. Mille scuse a tutti. Se tornerò su facebook sarà tra un bel po’”.

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