Sbandano con la moto. Due feriti in via Calzolai
Schianto con feriti a Malborghetto di Boara, dove - nella serata di giovedì 1° maggio - una motocicletta su cui stavano viaggiando due persone è andata a sbattere autonomamente contro un guardrail
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di Marcello Celeghini
Dove è finito il Sacrario dedicato nel 1942 a Italo Balbo a Quartesana, suo paese natale? E il busto bronzeo di Lino Balbo, nipote del Quadrumviro, inaugurato nella medesima occasione ma a Bondeno? È stato grazie alla sollecitazione di una nostra lettrice che ci siamo mossi per saperne di più su questi due manufatti storici, ormai dimenticati.
La curiosità della nostra lettrice è nata dalla consultazione di un articolo pubblicato sul quotidiano “Il Regime Fascista” del 30 giugno 1942. In esso si dice che, in occasione del secondo anniversario della morte di Italo Balbo, il segretario del Pnf Vidussoni si recò a Quartesana Balbo (oggi solo Quartesana) per inaugurare il sacrario dedicato al Quadrumviro, mentre il vice-segretario si recò a Bondeno per scoprire un busto dedicato a Lino Balbo.
La nostra indagine è partita sulle orme del Sacrario di Quartesana, paese alle porte di Ferrara nel quale sopravvivono diverse testimonianze balbiane. Arrivati nel piccolo centro, subito è balzato all’occhio, poco lontano dal sagrato della chiesa, un originale monumento dedicato ai caduti quartesanesi durante i due conflitti mondiali. Una collinetta rocciosa, sormontata da una grande croce, raccoglie i nomi dei caduti. Non troviamo nessun riferimento diretto a Balbo ma, essendo stato costruito il monumento tra 1941 e 1942 è facile ipotizzare che si tratti proprio del Sacrario dedicato a Balbo a Quartesana di cui si parlava nel quotidiano dell’epoca.
Più complicato mettersi sulle tracce del busto di Lino Balbo inaugurato a Bondeno. Un busto di un personaggio politico o istituzionale è di gran lunga più facile che venga condannato alla damnatio memoriae una volta che l’istituzione che lo ha eretto è decaduta. Un Sacrario lo si può riconvertire, uno busto no.
Dopo una ricerca condotta più che altro sul web, ci siamo imbattuti in un “Ritratto di Lino Balbo” in bronzo dello scultore ferrarese Giuseppe Virgili (1894-1968), datato proprio 1942 e da pochi anni ritrovato al Museo d’Arte della Città di Ravenna: è verosimilmente proprio il “busto” inaugurato dal vicesegretario del Pnf il 30 giugno del ’42. Nulla è andato perduto, quindi.
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