Occhiobello
25 Maggio 2019
Presentando il suo ultimo romanzo “La misura dell’uomo”, lo scrittore pisano ha chiuso la nona edizione di Parole d’autore

Leonardo raccontato con l’ironia di Malvaldi

di Redazione | 3 min

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Santa Maria Maddalena. Marco Malvaldi è stato l’ultimo scrittore della nona rassegna di Parole d’autore, organizzata dal Comune di Occhiobello e da Cuore di Carta di Bruna Coscia.

E, al teatro don Gino Tosi di Santa Maria Maddalena, finale più degno non poteva esserci. Il padre dei vecchietti del Bar Lume, romanzi e serie televisiva di grande successo, ha riempito la sala con la sua verve, con la sua ironia tipicamente toscana.

Il libro che presentava era l’ultimo uscito: “La misura dell’uomo”. Per il quale lo scrittore ha temporaneamente abbandonato la sua storica casa editrice Sellerio per la Giunti di Firenze. “Per la prima volta ho scritto un romanzo su commissione. E non sto scherzando. La Giunti mi ha chiesto di scrivere un romanzo su Leonardo da Vinci. Non Pinco Pallino, ma Leonardo da Vinci. E di scriverlo mettendoci qualcosa del mio stile. Io che sono uno sconsiderato, ho accettato, non sapendo a cosa andavo incontro”.

Ha raccontato che ha dovuto studiare sui codici originali che parlano del grande artista, che fortunatamente la casa editrice possiede in copia anastatica, che ha dovuto confrontarsi con filologici e studiosi di Leonardo. Un lavoro preliminare che è durato a lungo.

“Poi infine ho pensato di scrivere sull’artista, in un momento in cui non è ancora l’uomo più conosciuto del rinascimento, ma semplicemente un allievo del Verrocchio, che Firenze lascia andare a Milano senza troppo preoccuparsi”. A Milano l’incontro con Ludovico il Moro è fondamentale per Leonardo. La Milano rinascimentale offre molte opportunità, è certamente una delle città più liberali d’Italia, dove si può osare di più e con Ludovico il potere temporale ho certamente il sopravvento su quello spirituale. “Milano è la città dei soldi e dei crediti a tutti. Non solo ai potenti, ma anche ai mercanti, che vogliono rischiare negli investimenti. E questo ne fa una città unica in Europa”.

Malvaldi ha parlato della complessità della vita milanese e del mondo che Leonardo si trova ad affrontare dopo avere presentato un curriculum al duca milanese forse un po’ esagerato, ma che, in calce, spiegava che sapeva anche un po’ dipingere.

“In un mio libro però non può non esserci un morto. E infatti, mentre cerco di presentare un affresco del mondo del rinascimento milanese e dei rapporti di Leonardo con Ludovico, il morto ci scappa: è Rambaldo Chiti, che è stato per un po’ anche allievo alla bottega del maestro. E da lì incomincia anche l’attività di detective sui generis del genio da Vinci”.

Non ha voluto spiegare molto della storia: “Va letta”, ma ha affascinato il pubblico con la sua ironia e con il suo linguaggio dissacratore: proprio come nei suoi romanzi. Il pubblico ha capito e gli ha tributato il più lungo applauso della stagione.

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