Attualità
5 Maggio 2019
La cooperativa Matteo 25 in tribunale per aiutare un richiedente asilo a cui è stata negata l'iscrizione all'anagrafe

Primo ricorso contro il Decreto Sicurezza a Ferrara

di Redazione | 2 min

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Il Decreto Sicurezza presenta il conto anche a Ferrara. Dopo i casi di Firenze e Bologna, una cooperativa sociale che si occupa di accoglienza nel territorio estense è pronta a ricorrere alle vie legali per aiutare un richiedente asilo a cui è stata negata l’iscrizione all’anagrafe.

La coop ‘Matteo 25’, infatti, andrà in tribunale nella mattinata di lunedì 6 maggio per presentare ricorso per permettere a uno dei suoi sessanta ospiti, un 47enne del Tagikistan arrivato in Italia lo scorso novembre, di iscriversi all’anagrafe e, di conseguenza, di regolarizzare la sua posizione, acquisendo la residenza, carta di identità e codice fiscale per poter aprire un conto in banca, trovare casa, ricevere assistenza sanitaria.

Il richiedente asilo, che ha ottenuto il permesso di soggiorno per sei mesi, è stato accolto prima dallo Hub di Pontelagoscuro e poi dalla cooperativa Matteo 25. Un esempio positivo di integrazione, spiegano dalla coop, perché segue un corso di lingua italiana, svolge un tirocinio come falegname in un’azienda del posto e collabora al progetto scolastico “Il Giardino del Mondo”.

Un percorso che rischia di essere vanificato con l’applicazione del decreto Salvini che, di fatto, ha bloccato l’iter di iscrizione all’anagrafe al Comune di Ferrara. Tanto che il coordinatore dell’accoglienza, Nicola Folletti, ha deciso di portare il caso in tribunale. Le sentenze di Firenze e Bologna danno speranza anche a questo ricorso, il primo ferrarese.

A prendere posizione è anche Raffaele Rinaldi, direttore dell’associazione Viale K e coordinatore dello sportello ferrarese dell’associazione Avvocato di strada: “Non è una questione di andare ‘contro’ ma semplicemente applicare la legge coerentemente col quadro normativo costituzionale e comunitario. Oltretutto in tal modo si prevengono situazioni di estrema precarietà, perché senza residenza non vai da nessuna parte se non in strada, più o meno nascosto. Garantire la residenza (legge nazionale) è nel contempo anche sicurezza. Non è questa che si voleva?”. 

*articolo modificato alle ore 14.35 di domenica: il richiedente asilo è del Tagikistan e non del Kazakistan come erroneamente comunicato in un primo momento. Ci scusiamo con i lettori. 

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