Magdalena Lorenda Balan e Alexandru Costinel Cocosila già indagati per aver imposto il pizzo e malmenato delle ragazze, sono stati individuati come coautori di un colpo nel negozio di abbigliamento del 15 febbraio scorso
Non solo prostituzione, arrestati anche per la rapina al Globo
"Nessuno è stato sfruttato e io ne esco a testa alta. Quello che hanno detto i lavoratori in aula? Era falso". Sono le parole con cui - davanti al collegio del tribunale di Ferrara - la 56enne Elisabetta Zani, all'epoca dei fatti presidente della Cooperativa Agricola del Bidente, respinge le accuse per cui - insieme ad altri cinque imputati - è finita alla sbarra
Prima palpeggiata e poi molestata verbalmente da un detenuto ergastolano mentre stava svolgendo il proprio lavoro. È quello che ha dovuto subire, a gennaio 2024, un'infermiera del carcere di via Arginone per mano del 70enne Giuseppe Di Giacomo
Attimi di paura poco prima delle 20 di ieri, mercoledì 17 settembre, alla Manifattura Berluti di Gaibanella, dove un principio d’incendio ha interessato uno dei macchinari all’interno del capannone
Colpo di scena nel procedimento sul fallimento del Kleb Basket, squadra di pallacanestro cittadina che - a marzo 2023 - fu costretta al ritiro dal campionato di Serie A2 a causa di gravi e irrimediabili difficoltà economiche
"Mio marito aveva preparato sulla scrivania 4.500 euro da dare a quello che si presentava come un avvocato. Quando quest'ultimo era uscito di casa di casa dopo aver preso i soldi, realizzai che ci aveva fregati". Finisce così la testimonianza di una delle sette signore anziane finite nella trappola di tre presunti malviventi
Erano loro due, inchiodati dalle telecamere di sorveglianza del negozio, i complici di S.A., ragazza 27enne fermata e arrestata quel 15 febbraio mentre i tre tentavano di uscire dal Globo di via Verga rubando una felpa dal valore di poco più di 50 euro. Nonostante avessero staccato una placca antitaccheggio, le barriere suonarono comunque per la presenza di un altro sistema anti furto, facendo immediatamente intervenire la guardia giurata, una commessa e la titolare del negozio.
Il furto si trasformò in una rapina impropria quando Cocosila e Balan, appena fuori dal negozio e non inquadrati dalle telecamere, aggredirono la titolare che cercava di convincere la 27enne a rientrare e consegnare la refurtiva: lui strattonandola alle spalle, lei afferrandola per un braccio e strattonandola fino a farla cadere a terra, provocandole un trauma distorsivo alla spalla e traumi al braccio ed alla mano.
Loro due poi fuggirono, lasciando sola la 27enne, bloccata dal vigilante che la consegnò agli agenti delle Volanti che, perquisito lo zainetto, trovarono la felpa che volevano rubare e anche i documenti di Cocosila, che proprio in quei giorni fece ritorno in Romania, prima di rientrare a Ferrara e, ormai braccato, consegnarsi spontaneamente in questura.
“Voglio sottolineare la bravura, la prontezza e il coraggio non solo della guardia giurata ma anche della commessa e della titolare”, afferma Andrea Crucianelli, dirigente della Squadra mobile della Polizia che ha raccontato alla stampa la conclusione dell indagini sulla rapina. Il filmato mostra come fu proprio la titolare, nonostante fosse ferita, a chiamare immediatamente la polizia, mentre rientrava nel negozio.
La notifica dell’ordinanza di custodia cautelare per Cocosila e Balan è arrivata quando già erano in carcere per i fatti relativi alla prostituzione, mentre la 27enne (che oggi ha solo l’obbligo di firma) venne messa agli arresti domiciliari proprio nella casa che condivideva con la Balan, in corso Porta Po e dove esercitava l’attività di prostituzione: è proprio lei, secondo gli inquirenti, una delle due vittime/complici della banda.
Circostanza, questa, che l’avvocato di Cocosila e Balan – Giovanni Montalto – non manca di sottolineare: “Quando la ragazza è stata arrestata senza alcuna opposizione si trovava esattamente nella stessa casa in cui stava S.A., perché entrambe sono titolari del contratto d’affitto”.
E a tal proposito, rileva ancora l’avvocato sposando il focus dell’indagine sulla prostituzione: “La scacciacani sequestrata alla Balan è stata ritrovata nell’abitazione per cui si sarebbe dovuto contestarne il possesso anche all’altra ragazza”. Per lui la vicenda sarebbe più che altro riconducibile a “una baruffa di strada tra prostitute” tant’è che anche loro sarebbero state vittime d’intimidazioni da parte di persone esterne al gruppo, con anche il tentativo di entrare in casa da parte di due uomini che avrebbe giustificato il possesso della scacciacani, senza tappo rosso.
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