Cronaca
26 Marzo 2019
Il killer serbo deve ancora essere giudicato per i colpi compiti nell'estate del 2015 con Pajdek e Ruszo

Igor. A Ferrara pende ancora il processo per le rapine

di Redazione | 2 min

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Sentenza Fiera. La Procura ricorre in Appello

Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

La condanna all’ergastolo per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri (oltre che per il tentato omicidio di Marco Ravaglia) non esaurisce le pendenze di Norbert Feher, alias Igor il Russo, con la giustizia italiana e con quella ferrarese in particolare.

Il killer serbo è infatti ancora sotto processo davanti (si fa per dire, essendo detenuto in Spagna per tre omicidi) al tribunale estense per le rapine violente commesse nell’estate del 2015 insieme ai complici Ivan Pajdek e Patrik Ruszo.

Il trio colpì una prima volta a casa di Alessandro Colombani il 26 luglio 2015, a Villanova di Denore. La banda qualche giorno dopo, il 30 luglio, colpì a Mesola in casa della 93enne Emma Santi che venne imbavagliata e legata al letto con ai polsi fascette elettriche per quasi due giorni prima di essere soccorsa dal figlio. Poi, ancora, il 5 agosto, a Coronella nella casa di Cristina e Giulio Bertelli, figlia e padre, lui invalido di 86enne, in balia della banda per cinque ore: per questa rapina Pajdek è stato accusato anche di violenza sessuale per aver palpato la donna.

Feher, durante l’interrogatorio in videoconferenza con i magistrati italiani nel processo per gli omicidi, ha negato di aver effettuato queste rapine e ha parlato di una sorta ripicca nei suoi confronti da parte della banda Pajdek.

Su di lui pende peraltro un’indagine – demandata alla procura di Ferrara (il fascicolo è in mano al pm Ciro Alberto Savino)  dalla Corte d’assise d’appello di Bologna – sulla sua eventuale partecipazione anche all’omicidio di Pier Luigi Tartari. Il procedimento è stato aperto a seguito della chiamata in causa da parte di Ruszo (condannao all’ergastolo insieme a Constantin Fiti, mentre Pajdek scelse l’abbrevviato e venne condannato a 30 anni), anche se è molto dubbia la credibilità di una tale eventualità, tanto che l’ingresso di Fiti nella banda fu probabilmente dovuto proprio all’allontanamento da parte di Feher.

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