Eventi e cultura
22 Marzo 2019
Fino al 27 marzo la mostra itinerante 'Non chiamatelo raptus' dell’illustratrice Anarkikka si ferma alla biblioteca Bassani

Venticinque tavole contro la violenza e la discriminazione di genere

di Redazione | 2 min

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di Clelia Antolini

Pochi giorni per visitare l’esposizione Non chiamatelo raptus dell’illustratrice Anarkikka, presso la biblioteca Bassani di Barco. Dal 21 al 27 marzo la mostra itinerante, sostenuta dalla Commissione Pari Opportunità di Legacoop Estense, si ferma a Ferrara grazie alla collaborazione della Cooperativa Castello.

Stefania Spanò, in arte Anarkikka, esamina e fronteggia il tema della violenza sulla donna, e della discriminazione di genere, partendo dal linguaggio, in 25 tavole illustrate. “Si tratta di una mostra sulle parole – spiega l’assessore Massimo Maisto, delegato alle Pari Opportunità – così potenti sia in maniera positiva che negativa; capaci di trasformare la vittima in colpevole se inopportunamente plasmate e rovesciate. La violenza di genere parte dal linguaggio ed è difficile da affrontare per la sua trasversalità: non sono individuabili categorie esposte, si tratta di uomini in generale. Questa è una piccola mostra con un enorme significato”.

L’esposizione approda alla Biblioteca Bassani grazie al contributo organizzativo e l’impegno della Cooperativa di abitanti Castello, da anni attiva sul territorio e sui quartieri della città, con l’obiettivo di garantire un supporto attivo ai residenti, a partire dall’assegnazione di unità abitative. “Abbiamo fortemente voluto questa mostra tra le iniziative sul tema organizzate dalla nostra cooperativa – dichiara Loredano Ferrari, presidente del Castello -. La Biblioteca, punto di riferimento per il quartiere, ci ha subito dato la sua disponibilità, così come Legacoop Estense ha supportato il nostro obiettivo”.

“Come Legacoop – spiega Chiara Bertelli, referente territoriale di Legacoop Estense – siamo molto sensibili a questi temi come a quello delle problematiche scaturite dal linguaggio. Per quanto riguarda la parità di genere, cerchiamo di fare la nostra parte: oltre il 50% dei posti di lavoro nelle nostre cooperative sono ricoperti da donne. Chiaramente questo non basta. Le discriminazioni di genere non sono solo questione di numeri, ma anche di cultura. E la cultura passa anche attraverso il linguaggio. La mostra di Anarkikka sta seguendo un itinerario dettato dalla disponibilità delle nostre cooperative tra Modena e Ferrara: la risposta è stata più che positiva, le cooperative hanno accolto l’esposizione con estrema convinzione”.

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