Politica
25 Febbraio 2019
Assessore pronto a scendere in campo. L'ex sindaco bussa alla porta del direttore Ispra ma lui declina l'invito: "Amo Ferrara, ma il mio percorso è un altro" 

Renziani divisi su Modonesi, Sateriale lancia la candidatura di Bratti

di Elisa Fornasini | 4 min

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Per Elly Schlein non c’è dubbio, dopo cinque anni di amministrazione di destra, il candidato sindaco “può ridare speranza a Ferrara e farla tornare una città aperta e attrattiva”. Con la segretaria del Partito Democratico anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sul palco allestito nei Giardini di via Panetti, per sostenere la candidatura dell'avvocato

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Ore febbrili in casa Pd in vista dell’assemblea di martedì 26 febbraio al circolo Lambertini, da cui uscirà il nome del candidato sindaco che correrà alle elezioni del 26 maggio.

Manca solo l’ufficialità per la discesa in campo di Aldo Modonesi, sostenuto dai segretari di sezione dem che, dopo l’invito lanciato a dicembre di farsi da parte per “aprire al cambiamento e al civismo”, tornano sui loro passi per appoggiare la candidatura dell’assessore alla sicurezza, ‘approvato’ dal recente sondaggio online.

Sarà Modonesi il volto giusto per ricompattare il centrosinistra e fare ordine in questa babele di liste civiche, da Fusari a Giubelli fino a Ferroni? I vertici di partito nutrono speranze, il candidato in pectore lancia il guanto di sfida (“eccoti, ti aspettavo” scrive su Facebook dopo l’ufficializzazione della candidatura di Alan Fabbri) mentre i renziani si spaccano in due.

Da una parte c’è Eric Zaghini, sindaco di Berra e renziano della prima ora, che non nasconde le sue critiche perché “il Pd ha mostrato lo stesso interesse di un vegano in macelleria nei confronti dei civici che hanno avuto l’impressione di essere considerati di troppo, portatori di chissà quale eresia, ospiti in casa altrui. Potevamo, anzi dovevamo, incoraggiare la convergenza delle proposte civiche su di un solo candidato ma non l’abbiamo fatto perché non sappiamo fare più politica, perciò sceglieremo la candidatura più rassicurante, che però parla solo a noi” .

Dall’altra c’è il consigliere comunale Alessandro Talmelli che si dice “convinto fin dal primo momento della candidatura di Modonesi, perché ho sempre creduto nel sostegno al merito e alla competenza. Non ho mai scelto in base all’appartenenza di questa o quella corrente ma sulla base delle capacità necessarie per ricoprire il ruolo a cui si è candidati. Aldo è certamente il ferrarese che ad oggi conosce meglio la città, le relazioni, i punti deboli e di forza, che può convergere su di sé anche altri consensi della società civile: il sindaco giusto per la Ferrara del futuro”.

A tentare di offrire un’alternativa è l’ex sindaco Gaetano Sateriale che bussa alla porta di Alessandro Bratti, attuale direttore nazionale dell’Ispra dopo un passato da parlamentare e assessore: “L’unica possibilità che la sinistra e i progressisti vincano le prossime elezioni amministrative a Ferrara (ed evitare che la città sia amministrata dall’ex sindaco di Bondeno, con tutto il rispetto per lui e i bondenesi) – scrive su FerraraItalia – è che il Pd candidi una persona autorevole che faccia un’alleanza programmatica con le liste progressiste. Un’alleanza basata su alcune priorità condivise per la città e una composizione di giunta pluralista e competente”.

Una figura che Sateriale individua in Alessandro Bratti, “che ha una grande esperienza tecnica e amministrativa sia locale che regionale e nazionale”, ma a cui “non basterà il richiamo del Pd ferrarese per convincerlo a rinunciare a una prestigiosa carriera professionale per “salvare” la sua città e impedire la deriva leghista dopo 73 anni di amministrazione di sinistra. E nemmeno l’investitura del Pd emiliano (autonomista differenziale?)”.

L’appello è quindi rivolto ai leader nazionali del Pd e di Leu: “Penso che tocchi prima di tutto a Zingaretti e Franceschini, poi Bersani ed Errani, farsi carico del “rischio Ferrara” e “con-vincere” Bratti a candidarsi (e suggerire al Pd locale di smettere di fare melina), mettendo la ‘questione sicurezza’ al primo posto, recuperando la collaborazione del colonnello Fulvio Bernabei”.

Sondare il terreno non ha dato le risposte sperate: “Ne ho parlato con qualche politico nazionale che mi ha spiegato che il vertice Pd in questo momento ha un’agenda molto piena… Ecco, è proprio questo il punto: come è possibile distrarsi dalle elezioni locali e sperare di avere successo a quelle nazionali o europee? Un atteggiamento un po’ schizofrenico”.

È lo stesso Bratti a declinare l’invito. Pur ringraziando “tutti quelli che pensano potrei candidarmi a sindaco di Ferrara, città che amo e da cui non mi sono mai distaccato nel corso di tutta la mia vita lavorativa”, l’ex assessore ha intrapreso un “altro percorso complesso che mi dà un’opportunità di quelle che nella vita capitano a pochi: aver pensato insieme ad altri una legge per costituire un Sistema nazionale per la protezione ambientale, averla fatta approvare come legislatore (all’unanimità) ed oggi realizzarla, sempre insieme ad altri, come direttore di Ispra che è il perno del progetto”.

“Ora non capita tutti i giorni un’occasione così importante ed è per questo che, se non interverranno situazioni particolarmente ostative, il mio impegno sarà su questo grande progetto” riferisce Bratti, prima di concedersi un messaggio di incoraggiamento: “A Ferrara il centrosinistra ha ben lavorato. Credo che il partito di maggioranza, il Pd, possa esprimere un candidato in grado di farcela. Avrà tutta la mia collaborazione, mi auguro solo che tutto il centrosinistra allargato al civismo sappia fare fronte comune. Il momento è difficile e le divisioni sarebbero il viatico per una sconfitta certa“.

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