Attualità
13 Febbraio 2019

Le indicazioni di Perego per il “buon informatore”

di Daniele Oppo | 2 min

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Nel tardo pomeriggio di martedì (12 febbraio), in occasione della giornata dedicata al patrono protettore dei giornalisti, san Francesco di Sales, si è tenuto il tradizionale incontro tra i rappresentanti locali della stampa cittadina e l’Arcivescovo monsignore Gian Carlo Perego, in arcivescovado. Il ritrovo è stato anticipato dalla celebrazione, da parte dell’arcivescovo stesso, di una messa espressamente organizzata ad hoc per i giornalisti accorsi, per i loro collaboratori e le relative famiglie presenti.

Nitidi i riferimenti condotti da Perego durante la celebrazione; il tema del confronto che da lì a poco avrebbe avuto luogo, è stato ampiamente abbracciato ripercorrendo dapprima un passo della Genesi, arricchito poi di un commento estrapolato dal testo dell’enciclica di Papa Francesco: “Laudato Sì”. Essendo creatura originata ad immagine e somiglianza di Dio, l’uomo secondo quanto pronunciato nell’omelia, deve conservarne, in ogni istante, qualsiasi virtù del Padre partendo in primis dalla dignità; è in questa direzione che l’operato del “buon informatore” deve dirigersi, come ribadito dalle parole del vescovo durante il rito: “La dignità umana non può che rimanere al centro di ogni comunicazione, al centro di un giornalismo che ama l’uomo, in tutte le sue storie, anche le più tristi”, prosegue poi l’arcivescovo: “Anche nel giornalismo c’è il rischio di ergersi a giudici anziché favorire con la comunicazione relazioni per facilitare conoscenza, fondamento della verità o per approfondire la realtà”.

Prima di terminare la funzione, non si è persa occasione per rinnovare le comuni preghiere verso tutti quegli editori che, anche a costo della loro stessa vita nel mondo, si battono quotidiana per la libera informazione.

Momento sicuramente ancor più formativo è stato quello scaturito, al termine della messa, dal confronto col monsignore. Il dibattito, anticipato dall’intervento introduttivo di Alberto Lazzarini, rappresentante dell’Ordine dei giornalisti, ha toccato temi di prima quotidianità (si pensi alle tragiche migrazioni che si stanno consumando nel Mediterraneo, o agli altresì gravi drammi locali a partire dal, a noi più che vicino, fallimento di Carife).

Perego, riprendendo le tematiche avanzate nell’omelia, si è dapprima pronunciato contro le troppo frequenti gogne mediatiche avviate dalla stampa, invitando chi trova occupazione in questo mestiere ad un profondo esame di coscienza; celebrata poi è stata la figura del “buon informatore e divulgatore”, l’unica in grado di far rifiorire quel senso d’appartenenza territoriale, che nella mentalità comune è andato scemando negli ultimi anni.

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